Appalti

Buzio (Anisig): iIl bando Rfi riconosce il ruolo strategico delle indagini in sito ma i requisiti sono poco qualificanti

di Alessandro Lerbini

Un riconoscimento per le imprese del settore ma anche un rischio per i requisiti troppo "morbidi" inseriti nel testo di gara. Per Mauro Buzio, presidente dell'Anisig - l'associazione delle società operanti nel settore delle indagini geognostiche, per la caratterizzazione geotecnica e geomeccanica dei terreni - il maxibando di Rete ferroviaria italiana è sicuramente un'opportunità da cogliere.

«Va sicuramente riconosciuto a Rfi - afferma Buzio - il merito del notevole investimento, indice della sensibilità della società all'argomento e, si spera, preziosa occasione di mercato per il settore delle indagini geognostiche, che potrebbe generare importanti ricadute occupazionali. Con questo bando Rfi riconosce il ruolo strategico delle indagini in sito, cosa che solo pochi mesi fa un altro ente dello stato, l'Anas, ha nei fatti disconosciuto, relegando le indagini ad appendice accessoria di accordi quadro da cui le imprese specializzate venivano escluse».

Il bando, per il presidente dell'Anisig, non prevede però requisiti troppo qualificanti per le società delle indagini geognostiche e geotecniche: «La modestia dei requisiti richiesti per la qualificazione tecnica - afferma - sommati alla scelta di conferire ai servizi il ruolo di "prestazione principale" comportano due tipi di rischi: il primo è che partecipino e vincano soggetti con un curriculum inadeguato a gare di importi così elevati; il secondo è che le imprese specializzate siano relegate al semplice ruolo di mandante a favore di piccoli studi professionali e società di ingegneria.
Inoltre il ricorso ad una procedura di aggiudicazione mediante l'offerta economicamente vantaggiosa avrebbe senz'altro fornito maggiori garanzie di qualità delle prestazioni erogate rispetto al massimo ribasso secco, come peraltro recentemente auspicato da Anac. Infine non condividiamo l'obbligo per le Ati della fatturazione alla mandataria e, soprattutto, il non aver previsto il pagamento diretto dei subappaltatori, principi che risulteranno centrali nella prossima nuova legge sugli appalti pubblici».

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