Appalti

Project financing, il fondo britannico Equitix fa shopping in Italia, ma solo nel brownfield

di Alessandro Arona

Comincia a svilupparsi anche in Italia un mercato "secondario" del project financing di opere pubbliche, la compravendita cioè di quote delle società di progetto una volta entrati nella fase di gestione, con l'uscita dei costruttori e l'ingresso di fondi di investimento a lungo termine. Protagonista negli ultimi mesi è stato il fondo infrastrutturale britannico Equitix, che ha rilevato le quote di maggioranza delle società di gestione (Spv: special purpose vehicle) degli ospedali di Castelfranco Veneto e Montebelluna (comprando da Guerrato Spa) e dell'ospedale di Garbagnate (comprando da Pessina costruzioni). La prima operazione è del luglio scorso, la seconda di pochi giorni fa.
Ma Fabio D'Alonzo, direttore commerciale della Equitix, italiano, frena gli entusiasmi: «Per ora entriamo solo nel brownfield» (quando cioè la fase di costruzione, più rischiosa, è finita ) «perché in Italia le operazioni di greenfield sono ancora troppo incerte e rischiose. Finché non cambierà il contesto normativo i fondi internazionali staranno alla larga dall'Italia».
Un brutto segnale, confermato anche dall'assenza di progetti greenfield in valutazione da parte della Bei per l'inserimento nel Piano Juncker (si veda l'ultimo numero del settimanale Edilizia e Territorio): in valutazione ci sono solo i project bond per il Passante di Mestre e un prestito ad Autovie Venete, entrambe società con infrastrutture già in gestione (brownfield).
Il "subentro" ai costruttori nella fase brownfield è comunque un fenomeno positivo, perché consente di liberare le società promotrici originarie (in genere costruttori, appunto) dal debito, liberando così risorse per nuovi investimenti greenfield.
Ma andiamo con ordine.

OSPEDALI DI CASTELFRANCO E MONTEBELLUNA
È avvenuto nel luglio scorso il cambio delle quote di controllo della società Asolo Hospital Service, titolare della concessione di costruzione e gestione, in project financing, dei due nuovi ospedali di Castelfranco Veneto e Montebelluna.Guerrato Spa, società specializzata nella progettazione, costruzione e gestione di infrastrutture, soprattutto sanitarie, e nel facility management e nell'impiantistica, ha ceduto a Equitix il 54% della Asolo Hspital Service (mantenendo un altro 10% della società e i contratti per i servizi all'ospedale).
L'operazione di partnership pubblico-privato era partita il 15 settembre 2004 con la firma della convenzione fra Asolo Hospital Service e Ulss 8 per la ristrutturazione e l'ampliamento degli ospedali di Castelfranco Veneto e di Montebelluna. Il presidio di Castelfranco è stato concluso e funzionante a pieno regime dal 2008, mentre il presidio di Montebelluna è stato concluso alla fine del 2013 ed è funzionante da febbraio 2014.
L'investimento per i due nuovi ospedali è stato di 147,3 milioni di euro, dei quali 54,2 milioni della Regione Veneto, 1, 763 milioni della Ulss e 91,34 milioni dai privati in project financing.

OSPEDALE DI GARBAGNATE
Pessina Costruzioni, società numero 25 in Italia per fatturato consolidato nel settore delle costruzioni, e con una forte specializzazione nell'edilizia ospedaliera e nel partenariato pubblico privato, ha sottoscritto nei giorni scorsi il passaggio al fondo di investimento infrastrutturale internazionale Equitix dell'85% delle quote dalla propria società di progetto concessionaria per la costruzione e la gestione del nuovo ospedale di Garbagnate, 130 milioni di investimento, 540 posti letto, inaugurato il 12 novembre scorso.

D'ALONZO (EQUITIX): «SOLO BROWNFIELD IN ITALIA»
Fabio D'Alonzo, direttore commerciale della Equitix, nel suo paese natale nei giorni scorsi a un convegno alla Bocconi, a Milano, conferma l'interesse del fondo («Non siamo un fondo di private equity, che investe nel mordi e fuggi, ma un fondo infrastrutturale, interessato a investire nella costruzione e gestione di infrastrutture in modo stabile, nel lungo periodo») per le operazioni brownfield in Italia: «Dopo le due sugli ospedali - spiega - stiamo valutando altre operazioni, il mercato italiano offre occasioni interessanti. Ma non nel greenfield».
«L'ingresso dei fondi in operazioni di Ppp greenfield in Italia ancora non si può fare - afferma critico D'Alonzo - finché non si cambieranno le regole del gioco». «Si entra senza certezza sulla redditività - spiega - perché la gestione è rinviata a chissà quando. Il processo di gara in Italia non funziona, è troppo carico di incertezza, e non esiste che si facciano le gare sul progetto preliminare, è troppo soggetto a modifiche nel corso dell'iter approvativo che possono cambiare radicalmente il piano economico-finanziario originario».
«Troppe incertezze - aggiunge - ci sono state in questi anni circa la tentazione dei vari governi di cambiare i contratti in corso (il caso più clamoroso è stato quello degli incentivi alle rinnovabili)». «Ci vuole - chiude D'Alonzo - un sistema più standardizzato, trasparente, chiaro. Ad esempio una strada nuova, utilizzata anche in altri paesi europei soprattutto nei project financing "freddi", potrebbe essere quelle, da parte del governo, di accorpare piccole opere, ad esempio le scuole, magari per aree geografiche, per fare maxi-operazioni di Ppp».

IL CASO F2i
Aspettative di rilancio del project financig greenfield aveva suscitato negli anni scorsi la creazione del fondo infrastrutturale italiano F2i, partecipato anche da Cassa Depositi e prestiti, ma l'epserienza ci dic e che anche in questo caso, come ora per Equitix, sono stati ritenuti appetibili sono investimenti brownfield, come si può vedere dal loro portafoglio.

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