Appalti

Lavori all'estero, dalle ferrovie all'«oil & gas»: i contratti firmati a Roma con l'Iran

di Gerardo Pelosi

«Tredici memorandum firmati e diciasette miliardi di contratti ma è solo l'inizio»: così Matteo Renzi ai commensali che aveva vicino, ieri sera in Campidoglio per la cena ufficiale in onore del presidente iraniano, Hassan Rohani e della sua nutrita delegazione. Del resto sembra tutta proiettata verso il futuro la cooperazione economica tra l'Italia e l'Iran post-sanzioni come emerso chiaramente dai colloqui che il presidente iraniano ha avuto in mattinata con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e poi in pomeriggio con Matteo Renzi.

Rohani non ha fatto mistero dell'interesse iraniano a rafforzare con il nostro Paese il settore energetico (gas, petrolio e miniere) così come le infrastrutture, i beni di consumo, il bancario-assicurativo, i trasporti e l'agroalimentare (settori, questi ultimi due, che saranno oggetto di due missioni ad hoc dei ministri Del Rio e Martina in febbraio). Dossier che verranno esaminati nel dettaglio oggi nel Business Forum con le aziende organizzato dall'Ice e che apriranno nuove prospettive dopo i 13 memorandum di intesa firmati ieri e i contratti fino a 17 miliardi di euro. Con il presidente Mattarella (che ha invitato a Theran) Rohani ha mostrato il volto di un Paese che sta facendo di tutto per dare di sé un'immagine di grande affidabilità dal punto di vista politico, molto “costruttivo” sui dossier sensibili dal Libano alla Libia, partner credibile nella lotta contro il terrorismo e pronto a considerare la Turchia un Paese con il quale fare i conti ma “a patto che cambi il suo atteggiamento verso la Siria”. Temi che (insieme al capitolo dei diritti umani) saranno probabilmente oggi al centro dei colloqui tra il ministro degli Esteri iraniano, Mohamnmad Zarif con il capo della Farnesina, Paolo Gentiloni.

Ma la prima visita del leader iraniano in Europa dopo la fine delle sanzioni a Teheran è stata anche l'occasione per la firma di alcuni importanti contratti. Il Gruppo Danieli ha firmato intese per un valore complessivo di circa 5,7 miliardi di euro; si va da una joint-venture (Persian Metallic) ad ordini per la fornitura di macchine ed impianti che verranno installati nel territorio iraniano. La Saipem ha firmato accordi per circa 5miliardi nel settore energetico mentre la Gavio ha chiuso contratti nel settore ferroviario per 4 miliardi. Altri contratti riguardano la Finmeccanica (fornitura di aerei Atr) Fincantieri (navi civili e motori), accordi con le Ferrovie dello Stato firmato dal ministro del Rio e con la regione Friuli Venezia Giulia per il Porto di Trieste. Nei collegamenti aerei dal 27 marzo la tratta Roma-Teheran di Alitalia crescera' dalle attuali quattro frequenze settimanali a servizio giornaliero.

Oggi nel forum economico alla presenza del presidente della Confindustria, Giorgio Squinzi e di 500 imprenditori si farà il punto sul futuro della cooperazione tra i due Paesi. L'Italia e' uno dei principali partner commerciali per l'Iran, il secondo tra i Paesi dell'Ue. L'interscambio fra i due Paesi nel 2014 ha raggiunto un volume di 1,6 miliardi. Il valore dell'export verso l'Iran e' stato di poco piu' di 1,2 miliardi di euro e l'obiettivo e' tornare al volume precedente l'embargo, 7 miliardi di euro. «In ambito Ue - spiega Licia Mattioli, presidente del comitato per l'internazionalizzazione di Confindustria - l'Italia e' tra i Paesi con maggiori interessi economici in Iran. Prima delle sanzioni europee esportavamo oltre 2 miliardi di euro, e' un mercato di estrema importanza per molte nostre imprese, soprattutto piccole e medie. Le sanzioni sono costate all'Italia oltre 15 miliardi di export a partire dal 2006, di cui oltre il 60% negli ultimi quattro anni”.

La fine delle sanzioni all'Iran creera' interessanti opportunita' per le aziende italiane. Secondo la Sace, l'incremento dell'export potrebbe essere di quasi 3 miliardi di euro nei prossimi 4 anni. Sebbene l'economia iraniana sia provata dal prolungato isolamento - sottolinea la Sace - le prospettive di medio termine sono positive e il Fondo Monetario Internazionale ha annunciato un aumento della crescita superiore al 4% per l'anno fiscale 2016-2017, grazie all'aumento della produzione petrolifera, i minor costi nei commerci e nelle transazioni finanziarie e il ripristino del possesso degli asset detenuti all'estero. Il governo iraniano mira ad attrarre tra i 30 e i 50 miliardi di dollari di investimenti esteri annui per raggiungere gli obiettivi di crescita macroeconomica e le imprese italiane guardano con attenzione al futuro di questo mercato.

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