Appalti

Le reazioni: dalle imprese ai progettisti la delega raccoglie solo consensi

di G.La.

Non soltanto maggioranza e Governo. Il coro unanime di reazioni positive che ha salutato l'approvazione in via definitiva della legge delega sugli appalti comprende anche imprese, professionisti e sindacati. Dalla maggioranza arrivano parole di grande soddisfazione, a compimento di un percorso durato oltre un anno.

Il relatore del Ddl al Senato, Stefano Esposito parla di «riforma per far ripartire l'Italia» e si dice «orgoglioso di avere contribuito a questa legge». Mentre la relatrice alla Camera, Raffaella Mariani ricorda l'importanza del lavoro di squadra che ha coinvolto, insieme al Parlamento, anche Governo e Anac. Il presidente dalla commissione Ambiente di Montecitorio, Ermete Realacci spiega che la legge apre «una nuova stagione di trasparenza, efficienza, qualità, partecipazione, tempi e regole certi nei lavori pubblici». Mentre il viceministro delle Infrastrutture, Riccardo Nencini ricorda che «il nuovo Codice si muove all'interno di una cornice europea, semplificatoria e fortemente innovativa».

Sul fronte delle imprese, il vicepresidente Ance con delega alle Opere pubbliche, Edoardo Bianchi plaude al «passo fondamentale per una profonda riforma del sistema degli appalti». In particolare, piacciono «i principi volti a promuovere trasparenza, semplificazione e lotta alla corruzione». E il fronte della progettazione non è da meno. La presidente dell'Oice, l'associazione delle società di ingegneria aderente a Confindustria, Patrizia Lotti parla di «salto in avanti verso la modernizzazione», ottenuto «affidando al progetto e al progettista un ruolo centrale». Stessa impostazione del Consiglio nazionale degli architetti, che sottolinea «una svolta nel settore dei lavori pubblici che premia la qualità». Anche i sindacati dell'edilizia, Feneal Uil e Filca Cisl, si dicono soddisfatti.

Qualche differenza di vedute c'è su alcuni passaggi specifici. Ad esempio, sulla clausola sociale in materia di call center. La Slc Cgil parla di «giorno storico», rivendicando l'importanza della novità. Mentre Dina Ravera, presidente di Assotelecomunicazioni-Asstel, precisa che la norma «è di rilevanza per la filiera delle telecomunicazioni, in quanto conferma la centralità della contrattazione fra le parti sociali come strumento più idoneo per la costruzione di una comune cornice di condizioni applicative e regole». Quindi, è importante che non sia stata adottata una soluzione rigida, preferendo «assicurare la necessaria flessibilità e adattabilità rispetto alle diverse realtà industriali».

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