Appalti

Stabilità/2. Stanziati 2,6 miliardi per periferie, sicurezza, scuole e cultura

di Giuseppe Latour

Cabina di regia a Palazzo Chigi. Bando entro gennaio del 2016. E proposte di Città metropolitane e capoluoghi di provincia entro marzo prossimo. Dopo le anticipazioni di ieri, nella nottata la commissione Bilancio della Camera ha votato l'emendamento dedicato dal Governo a sicurezza e cultura: contiene misure per un totale di 2,6 miliardi, tutti spesi grazie a un allargamento del deficit. Molto di questo denaro sarà investito in settori collegati all'edilizia. La fetta più grossa (mezzo miliardo) sarà impiegata per una nuova versione del piano dedicato alle periferie, che scatterà già all'inizio del prossimo anno. A questo si uniscono interventi sull'edilizia scolastica (confermati i 500 milioni per gli enti locali) e sulla videosorveglianza: viene, così, istituito un credito di imposta da 15 milioni di euro per le spese sostenute dai privati per apparecchi dedicati alla sicurezza.

Misure per le periferie
Partiamo dai fondi dedicati alle periferie. «Per l'anno 2016 è istituito nello stato di previsione del ministero dell'Economia" un fondo denominato "Fondo per l'attuazione del Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie». Avrà una portata di 500 milioni di euro solo per l'anno prossimo. E seguirà una linea diversa rispetto al piano per le periferie degradate, dal valore di circa 200 milioni di euro, già lanciato dall'esecutivo nel corso del 2015.
Il nuovo piano periferie, calendarizzato nel 2016, prenderà il nome di «Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia». Sarà, quindi, dedicato alle città più rilevanti in tutto il paese. I tempi per fare gli investimenti nell'ambito del nuovo plafond dovrebbero essere piuttosto serrati. Entro il primo marzo 2016, gli enti interessati trasmetteranno i loro progetti a Palazzo Chigi, «secondo le modalità e la procedura stabilite con apposito bando, approvato, entro il 31 gennaio 2016, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e con il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, sentita la Conferenza unificata».
Queste proposte saranno sottoposte a un nucleo per la valutazione dei progetti di riqualificazione costituito presso Palazzo Chigi, «il quale ha facoltà di operare anche avvalendosi del supporto tecnico di enti pubblici o privati». Le sue scelte saranno fatte basandosi sui criteri indicati dall'esecutivo. Una volta che le valutazioni della Cabina di regia saranno state completate, con uno o più decreti del presidente del Consiglio dei ministri, "sono individuati i progetti da inserire nel programma ai fini della stipulazione di convenzioni o accordi di programma con gli enti promotori dei progetti medesimi".

Videosorveglianza
Il secondo pezzo rilevante dell'emendamento votato nella nottata di lunedì dalla commissione Bilancio riguarda gli impianti di videosorveglianza. Spiega il testo: "Per le spese sostenute da persone fisiche non nell'esercizio di attività di lavoro autonomo o di impresa ai fini dell'installazione di sistemi di videosorveglianza digitale, nonché per quelle connesse ai contratti stipulati con istituti di vigilanza, dirette alla prevenzione di attività criminali, è riconosciuto un credito d'imposta ai fini dell'imposta sul reddito, nel limite massimo complessivo di 15 milioni di euro per l'anno 2016". Un decreto del ministero dell'Economia, entro 90 giorni dall'entrata in vigore della legge di Stabilità, fisserà i criteri e le procedure per l'accesso al bonus e per il suo recupero in caso di utilizzo illegittimo.

Edilizia scolastica
Il terzo tassello, infine, riguarda l'edilizia scolastica. In questo caso, si interviene sul punto che prevede per il 2016 l'esclusione delle spese degli enti locali per l'edilizia scolastica dal loro saldo di bilancio, entro un limite massimo di 500 milioni di euro. Questo stanziamento era condizionato alla concessione, in sede europea, dei margini di flessibilità correlati alla clausola immigrazione. Questa condizione viene esclusa dal testo: i 500 milioni diventano così spendibili.

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