Appalti

Legge di Stabilità/1. Soggetti aggregatori, niente scappatoie: se non c'è in regione si deve cercare fuori

di Giuseppe Latour

Via alla concorrenza tra soggetti aggregatori. La novità, durante la discussione al Senato, è stata inserita nel testo della manovra da pochi giorni in corso di esame alla Camera: se un'amministrazione obbligata a passare da una centrale di acquisti non trova una struttura funzionante nel suo territorio, potrà rivolgersi altrove. Il principio, per adesso, sarà applicato alla spesa sanitaria, dal momento che le categorie merceologiche per le quali dal 2016 scatteranno i vincoli di aggregazione della spesa fanno capo essenzialmente a questo settore. Ma fissa un paletto che, per il futuro, sarà fondamentale per lo sviluppo dei 35 aggregatori dell'elenco dell'Anac in tutte le categorie di spesa.

La legge di Stabilità parte proprio dal Dpcm allo studio presso il ministero dell'Economia. Qui una commissione si sta occupando di individuare le categorie merceologiche che dovranno obbligatoriamente passare, a partire dal 2016, da uno dei soggetti aggregatori di riferimento o dalla Consip. Secondo le indiscrezioni, si tratterà di 19 categorie merceologiche che, in gran parte, faranno capo alla spesa sanitaria. Per questo, allora, la manovra concentra le sue attenzioni sulla sanità. E risponde a una domanda molto importante: cosa accade se un ente non ha nella sua regione un soggetto aggregatore pienamente attivo?

La questione è molto rilevante in generale, al di là della spesa sanitaria. Il motivo è che, in questa fase, alcune Regioni hanno soggetti aggregatori a un ottimo livello di avanzamento: succede ad esempio in Lombardia, in Toscana, in Emilia Romagna e in Trentino Alto Adige. Mentre altre si trovano parecchio più indietro nel processo di organizzazione: è il caso dell'Abruzzo, della Basilicata, della Sicilia. La maggior parte dei territori, però, si trova a metà del guado e sta cercando di mettere in piedi sistemi che consentano di dare una risposta immediata al mercato e fare le gare già nelle prossime settimane. La conseguenza di questo stato di cose è evidente: alcuni enti, in fase di aggregazione delle loro gare, potrebbero improvvisamente trovarsi scoperti e non avere a disposizione la centrale dalla quale transitare per rispettare la legge.

La manovra, per risolvere questo problema, indica un percorso chiaro. "Qualora le centrali di committenza" non siano disponibili o operative, le amministrazioni che devono rispettare l'obbligo di aggregare la domanda di alcune categorie merceologiche potranno rivolgersi altrove. Non potranno, però, andare dovunque. "Spetta alla centrale regionale di committenza di riferimento l'individuazione, ai fini dell'approvvigionamento, di altra centrale di committenza". Quindi, la mancanza di una centrale non potrà essere un motivo per aggirare i vincoli normativi. Per i funzionari pubblici, infatti, le conseguenze potrebbero essere molto pesanti: "la violazione degli adempimenti previsti dal presente comma – dice ancora la manovra - costituisce illecito disciplinare ed è causa di responsabilità per danno erariale".

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