Appalti

Appalti, Cantone: basta modificare sempre le regole. In Italia tanti casi-Expo che stiamo sbloccando

di Massimo Frontera

«Sugli appalti abbiamo bisogno di stabilità normativa. Non si può modificare continuamente il codice, come anche è stato fatto da ultimo con il Ddl di Stabilità. E poi servono regole più semplici e anche più facilmente recepibili. Serve un codice che sia sempre caratterizzato da poche regole, con poi un meccanismo di regolazione secondario». Il presidente dell'Autorità anticorruzione, Raffaele Cantone, coglie l'occasione offerta dal convegno "Gestire le città" di venerdì scorso a Roma, per ribadire l'importanza di fissare un quadro normativo essenziale che abbia poi una regolamentazione di secondo livello, peraltro secondo un modello del codice appalti "soft law" che il Parlamento sta discutendo.

Nel convegno Gestire le città è stato presentato il volume "Patrimonio Italia - La Risorsa" pubblicato con il Gruppo 24 Ore, che raccoglie casi, modelli e buone pratiche per la valorizzazione del territorio in partenership con i privati. Sia il volume che il convegno sono stati promossi dall'Osservatorio Risorsa Patrimonio Italia (Orp Italia), l'associazione che vede insieme il gruppo Romeo Gestioni, Cresme Consulting e Nomisma.
Tra gli intervenuti al convegno, anche il direttore del Demanio, Roberto Reggi, il presidente del Cnr, Luigi Nicolais, il direttore di Assoimmobiliare, Paolo Crisafi e il presidente della Commissione Ambiente e Territorio della Camera Ermete Realacci.

Il quadro delle regole ha positive ricadute sulla gestione delle città e sull'economia. Cantone lo fa capire citando i due casi più recenti. A Roma il presidente dell'Anticorruzione riferisce di aver bloccato la gara del tradizionale mercatino della Befana, a Piazza Navona. «Abbiamo fatto una verifica velocissima sulla gara, che aveva macroscopiche irregolarità; abbiamo mandato in tempo reale il rapporto al commissario Tronca e in tre giorni la gara è stata azzerata, senza ricorrere al giudice e senza attivare nessun appalto, poi da revocare o risarcire». Questa, ha detto è la «dimostrazione che se si interviene anche con una soft regulation per le Pa, i risultati si possono ottenere». Nel caso dell'appalto romano, la metà dei banchi a piazza Navona era stata assegnata alla famiglia Tredicine, imprenditori del commercio ambulante semimonopolisti a Roma soprattutto con i camion bar. Sono anni che i Tredicine ottengono la gran parte dei banchi a piazza Navona.

L'altro caso riguarda invece la valorizzazione del porto vecchio di Trieste, su cui Cantone è ora impegnato in prima persona. «Il porto vecchio è bellissimo, se ne parla dagli anni '60 ma non si riesce a creare uno sviluppo positivo. È l'immagine dell'incapacità a gestire l'esitente». Trieste, ricorda sempre Cantone, è un altro caso Expo, e non è l'unico. «Ci sono tantissime vicende in cui abbiamo il modello Expo», dice Cantone ricordando anche il riavvio dei lavori per il completamento del II Policlinico universitario a Caserta.

«Ci sono margini straordinari per la ripresa dell'edilizia e del real estate, ma servono idee per recuperare le risorse inesplorate e in particolare il territorio, paralizzato da politiche prive di visioni, dalla farraginosità della Pubblica amministrazione, ma anche da gravi distorsioni del mercato, provocata da Fondi Immobiliari e Sgr», ha detto il presidente di Orp Italia, Alfredo Romeo, aprendo il convegno. Secondo Romeo, fondi immobiliari e Sgr invece di «investire per le valorizzazioni, si comportano come banali "amministratori di condominio" e non puntano sui professionisti del property e del facility management, portando danni gravissimi al mercato e ai risparmiatori. Sono queste pastoie, questi continui veti incrociati che per esempio hanno vanificato, tranne rare eccezioni, i grandi piani di dismissione dei beni pubblici».
Per Romeo serve «una scossa in termini di innovazione, di progettazione e di capacità di interlocuzione con il Legislatore e con l'Esecutivo. Soprattutto in virtù dell'articolo 24 dello Sblocca Italia, che prevede la possibilità che i cittadini possano interloquire a pieno titolo con l'Amministrazione, per organizzare con i privati parte dei servizi a loro destinati, in cambio di vantaggi ed esenzioni fiscali e tributari».

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