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Bonifiche/2. Pronto il decreto con 500 milioni per Bagnoli, Terra dei Fuochi, post-Expo e Giubileo

di Marco Mobili e Sara Monaci

Un decreto legge unico con una dote di oltre 500 milioni da destinare a interventi urgenti su giubileo, dopo-expo, terra dei fuochi e risanamento dell’area di Bagnoli. Il Governo ci sta provando e proverà a portarlo già per il Consiglio dei ministri di domani nel corso del quale, se saranno superati gli ultimi dubbi sulla poca trasparenza delle nuove procedure di risoluzione delle crisi aziendali delle banche, potrebbe arrivare anche il via libera ai Dlgs sul bail-in.

Il nuovo decreto legge allo studio nasce dalla possibilità di poter impegnare non meno di 500 milioni soprattutto asfruttando gli spazi di manovra che il Governo si è ritrovato, sulla base dell’andamento delle spese a fine anno, all’interno del 2,6 per cento del rapporto deficit-Pil.

Tra le novità annunciate dallo stesso Matteo Renzi c’è il dopo-Expo. Tema su cui i dettagli saranno approfonditi con un futuro Dpcm. Oggi una riunione all’Economia, alla quale saranno presenti i tecnici del Comune di Milano e della Regione Lombardia, dovrebbe aiutare a definire la questione. Con il Dl allo studio si dovrebbe definire un generico ingresso del Governo (o meglio del Mef) dentro Arexpo, la società delle aree di Expo, con un'iniezione di risorse che dovrebbe aggirarsi tra i 35 e i 40 milioni. L'obiettivo è arrivare a ricoprire una quota paritetica a Regione e Comune, intorno al 30 percento.

Attualmente Arexpo, proprietaria di 1,1 milioni di metri quadrati di terreno, è partecipata da Regione Lombardia e Comune con lo stesso numero di azioni (circa il 34,7% ciascuno) e dalla Fondazione fiera Milano (con il 27,6% circa), a cui si aggiungono piccolissime quote della città metropolitana di Milano e del Comune di Rho. Il governo sta valutando da mesi l’ingresso nel capitale attraverso aumento di capitale puro o con l’acquisizione delle quote della Fondazione fiera, che peraltro fa pressing per uscire dalla società (per recuperare un debito che tra azioni e terreni ammonta a circa 65 milioni). Possibile che la scelta ricadrà su un mix. Oggi, come detto, questi nodi tecnici dovrebbero essere sciolti. Sul fronte dell’investimento nelle aree del dopo-Expo, il premier Matteo Renzi ha annunciato la volontà di investire 150 milioni all'anno per 10 anni.

Una dote di circa 50 milioni, invece, potrebbe essere destinata a Bagnoli per avviare i primi interventi di risanalemnto dell’area. Sul fronte Giubileo lo stanziamento potrebbe salire a 150 milioni (il condizionale al momento è d’obbligo) da destinare in particolare al pagamento degli straordinari, al comprato sicurezza e al trasporto pubblico locale. Sul fronte terra dei fuochi si lavorerebbe a un rifinanziamento dgeli interventi.

Al Cdm di domani potrebbero arrivare anche i decreti sulla risoluzione delle crisi delle banche. Ma anche qui il condizionale è legato ai dubbi sulla “ opacità” dei due schemi di Dlgs attuativi della direttiva 2014/59/Ue più noti come i decreti sul bail-in: la possibilità di risolvere le crisi delle banche con il contributo dei soci, degli azionisti e infine dei risparmiatori con conti correnti superiori ai 100mila euro. I dubbi sulla poca trasparenza dei due provvedimenti, d’altronde, sono stati sollevati proprio dalle due Commissioni di merito di Montecitorio: sia la Finanze che le Politiche Ue (si è espressa martedì scorso) hanno sollecitato, con i loro pareri, l’adozione di opportune modifiche finalizzate a tutelare maggiormente le esigenze di trasparenza in favore dei consumatori, in modo che gli stessi siano sempre informati. Un’esigenza avvertita anche dalla Consob che, con lo stesso presidente Giuseppe Vegas, in audizione nel corso del dibattito parlamentare aveva posto l’accento sulla carenza di trasparenza che caratterizzava le procedure di risoluzione, necessaria a dare una maggiore informativa ai risparmiatori e agli investitori, privandoli, di fatto, di quei presidi, previsti dall’ordinamento attuale per decidere come poter difendere i loro risparmi. E anche la soluzione ipotizzata dal Senato di un maggior coinvolgimento della Consob nelle diverse fasi delle procedure di risoluzione anche attraverso la predisposizione di uno schema unico di informazione sintetica alla clientela sui rischi legati al meccanismo del bail-in potrebbe nei fatti non consentire ai risparmiatori di essere informati degli specifici eventi che potrebbero successivamente interessare le banche presso le quali hanno i loro depositi.

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