Appalti

Stabilità/3: Via libera a CdP nel Piano Juncker, obiettivo investimenti per 30 miliardi

di Alessandro Arona

Via libera alla partecipazione di Cassa Depositi e prestiti al piano Juncker per gli investimenti, con l'obiettivo di aggiungere circa 8 miliardi di euro di prestiti ai 10-11 che probabilmente la Bei riserverà ai progetti italiani, e alla fine finanziare investimenti complessivi per 30-35 miliardi di euro (banda larga, autostrade al Nord in Ppp, opere comunali in project financing, finanziamenti agevolati alle Pmi).

La partecipazione di CdP al Fondo europeo per gli investimenti strategici (Feis) era già stata annunciata nei mesi scorsi dal governo italiano, ma per renderla operativa serve una norma di legge, che è arrivata puntuale nel Ddl di Stabilità (in vigore dal 1° gennaio prossimo).

Dopo il via libera della Commissione europea il 22 luglio scorso, il Ddl stabilisce che «Cassa Depositi e prestiti Spa è abilitata a svolgere le attività degli istituti nazionali di promozione di cui al Piano Juncker» (regolamento 2015/1017), nonché compiti aggiuntivi nella gestione dei fondi strutturali.

Il Feis, come noto, ha una dotazione di 21 miliardi di euro, che si stima possano garantire finanziamenti Bei per 60 miliardi, e poi sbloccare investimenti per 315. Ebbene, su 60 miliardi la quota che la Bei dovrebbe assegnare a progetti italiani - in base allo "storico" dei prestiti Bei - si aggira sui 10-11 miliardi. A questi si aggiungeranno 8 miliardi messi a disposizione da Cassa Depositi (d’intesa con il governo italiano), più altri 12 miliardi (stimati) da investimenti equity (di rischio) o da altri prestiti: in tutto 30-35 miliardi di euro di investimenti in tre anni.

La Commissione Ue ha chiarito che con il Feis possono essere finanziati solo progetti con una partecipazione privata, quindi opere pubbliche in project financing o Ppp oppure investimenti del tutto privati. Cdp sta già lavorando insieme a Bei per lanciare due "piattaforme" per concedere i prestiti del fondo Feis, una per le Pmi e una per le infrastrutture; e cioè l'attivazione di un plafond per "filoni", con regole per l'accesso e procedure standard. È quato già fa CdP, ad esempio, con i Plafond Pmi e Plafond Mid, mentre nel caso delle infrastrutture sarebbe una novità.

I fondi del Piano Juncker in Italia dovrebbero andare, oltre agli investimenti delle Pmi, alle infrastrutture per la banda ultralarga (finanziamenti garantiti a società private), per piccole e medie opere pubbliche comunali in Ppp (qui opererà la piattaforma investimenti), più alcune autostrade in project financing che da anni faticano a trovare finanziatori sul mercato (Pedemontana Veneta, Autovie Venete per il potenziamento della terza corsia A4 Mestre-Trieste, Pedemontana Lombarda, Tem per rifinanziare il debito).

Sempre dal Ddl Stabilità arriva l'autorizzazione a CdP a gestire «compiti di esecuzione degli strumenti finanziari destinatari dei fondi strutturali e di investimento europeo». In pratica si tratta dei fondi rotativi (fondi blending), molto spinti dalla Commissione nella programmazione 2014-20 per fare da moltiplicatori delle risorse europee e nazionali a fondo perduto. Cdp potrà essere soggetto finanziatore ma anche gestore dei meccanismi di selezione dei beneficiari.

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