Appalti

Anac: la sanzione per regolarizzare le offerte va pagata solo se l'impresa intende evitare l'esclusione

di Mauro Salerno

La sanzione per la regolarizzazione delle offerte in gara deve essere pagata solo dalle imprese che intendono evitare l'esclusione dalla procedura di appalto. Con il parere di precontenzioso n. 155/2015 diffuso ieri (licenziato in Consiglio il 23 settembre) l'Autorità Anticorruzione ribadisce la posizione di maggior favore per gli operatori già indicata nella determinazione n.1/2015.

Al centro della questione sollevata di fronte al presidente dell'Anac ci sono ancora una volta le modalità di applicazione della sanzione prevista dal cosiddetto «soccorso istruttorio» in caso di offerte carenti. Nel caso specifico si trattava di carenze relative a una cauzione, in un appalto da 999mila euro bandito dall'Autorità portuale di Ancona, per la demolizione delle strutture di un padiglione espositivo.

Per l'Anac «in caso di mancata regolarizzazione degli elementi essenziali carenti, la stazione appaltante procede all'esclusione del concorrente dalla gara». La sanzione, individuata dal bando, sarà invece «comminata solo nel caso in cui il concorrente intenda avvalersi del nuovo soccorso istruttorio».

L'interpretazione dell'Anac contrasta con altre valutazioni - espresse anche dai giudici amministrativi , nonché dalla Corte dei Conti- secondo cui la sanzione prevista dal bando - e garanbtita dalla cauzione - andrebbe comminata in ogni caso. Dunque anche quando l'impresa rinuncia a regolarizzare l'offerta, pagando l'irregolarità con l'esclusione. Ma secondo l'Anac «la lettura fornita dall'Autorità si è imposta come doverosa sia per evitare eccessive ed immotivate vessazioni delle imprese sia in ossequio al principio di primazia del diritto comunitario, che impone di interpretare la normativa interna in modo conforme a quella comunitaria anche in corso di recepimento».

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