Appalti

Appalti, con l'arrivo delle 34 centrali di acquisto risparmi per 30 miliardi in 4-5 anni

di Marco Rogari

Con il nuovo sistema semplificato di 34 centrali di acquisto in 4-5 cinque anni l’asticella “dell’intermediato” per le forniture della Pa, da cui si generano i risparmi veri e propri, si potrà posizionare attorno a quota 30 miliardi. Circa la metà di questa “dote” sarebbe garantita direttamente da Consip che già nel triennio 2016-2018 punta a far salire l’intermediato realizzato con i suoi strumenti (gare, mercato elettronico e via dicendo) dagli attuali 6,5 miliardi a 10-12 miliardi, con “risparmi” di circa un paio di miliardi già dal prossimo anno.

Questo obiettivo sarebbe perseguibile facendo rapidamente salire la quota di spesa per acquisti di beni e servizi presidiata da Consip ad almeno circa 50 miliardi rispetto ai circa 40 miliardi aggrediti fino ad oggi. Un’operazione possibile grazie all’ampliamento del suo raggio d’azione e andando a incidere maggiormente su aree su cui già interviene la centralizzazione degli acquisti, come la sanità, e toccandone di nuove come ad esempio le mense scolastiche, le manutenzioni (comprese quelle stradali ad esempio a carico dei comuni) e i servizi di vigilanza anche armata. Il tutto grazie al nuovo meccanismo centralizzato che rappresenta uno dei pilastri della spending review 2.0 targata Yoram Gutgeld. Che il Governo sta affinando in vista del varo della prossima manovra.

Cifre e obiettivi potranno essere limati con la definizione del nuovo piano di spending da parte del Governo e la presentazione a metà ottobre del piano industriale di Consip in versione definitiva. Ma le coordinate e il punto di approdo della rotta su cui si svilupperà il nuovo dispositivo di centralizzazione degli acquisti sono ormai stati individuati. «Siamo al servizio degli obiettivi del Governo», dice con chiarezza l’ad di Consip, Luigi Marroni. Che aggiunge: «Stiamo migliorando la nostra attività sia sotto il profilo della qualità che della quantità in funzione del miglioramento dei conti dello Stato ma prestando anche molta attenzione all’innovazione e alle esigenze del mondo delle imprese, soprattutto delle Pmi». Una mission rivista, insomma, quella di Consip anche tenendo conto delle altre centrali prevalentemente regionali che viene sviluppata – sottolinea Marroni - «con l’indirizzo del nostro azionista che è il ministero dell’Economia e in totale sintonia con il lavoro del commissario per la spending Gutgeld».

L’operazione per centrare l’obiettivo dei 30 miliardi entro il 2019-2020 con il nuovo sistema semplificato a 34 stazioni appaltanti non appare però del tutto in discesa. Anzitutto perché le centrali regionali non si presentano tutte allo stesso livello: quelle di Toscana, Emilia Romagna, Campania e Veneto sembrano essere meglio attrezzate delle altre. Resta poi tutta da giocare la partita con i Comuni che di fatto non sono vincolati in toto al nuovo meccanismo centralizzato. E proprio per i Comuni passa una fetta importante degli oltre 130 miliardi di spesa complessiva per consumi intermedi, 87 dei quali riconducibili a vera e propria spesa per beni e servizi, acquistabili cioè con appalti. Ma proprio ai Comuni, anche i più piccoli, come a tutte le altre amministrazioni, si rivolge la nuova strategia di Consip. «Customer care», dice Marroni facendo riferimento a una maggiore attenzione ai clienti e alle loro esigenze. Ma un’altra priorità per la società controllata dal Mef è quella di avere un maggiore contatto con il territorio e soprattutto con le piccole e medie imprese alzando il livello di appeal anche attraverso iniziative specifiche. Un programma vasto da realizzare agendo anche sulla leva dell’innovazione e trasformando la società in una vera e propria casa di vetro garantendo a tutti dal 2016 di accedere online alle notizie sullo stato di avanzamento delle gare d’appalto.

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