Appalti

Lavori all'estero/2. I big italiani conquistano spazio, Salini Impregilo trentesimo gruppo al mondo

di Aldo Norsa

I costruttori italiani crescono all'estero. Lo conferma l'indagine della rivista americana Enr - Engineering News-Record che allinea dati sul fatturato all'estero, sui contratti e sui settori di attività dei primi 250 contractors del mondo. E anche se ritagliarsi un posto importante nella competizione internazionale resta difficile, anche nella componente dell'impiantistica, più ricca perché collegata all'industria (soprattutto petrolifera, energetica, siderurgica,…), per l'Italia delle costruzioni sembra essersi innescato un percorso di sviluppo.

Le imprese
La prima notazione riguarda il posizionamento delle società italiane. A parte l'ingresso nella top ten del colosso dell'impiantistica Saipem (con 13,6 miliardi di fatturato all'estero). Il primo dei costruttori in classifica è Salini Impregilo al trentesimo posto. Premesso che uno solo, il costruttore Grandi Lavori Fincosit, appare per la prima volta (e infatti nel 2013 il suo fatturato estero era limitato a 104 milioni di dollari) l'ordine di posizionamento degli altri quattordici non muta significativamente (almeno al vertice). Saipem si conferma al top e anzi migliora di una posizione, malgrado le difficoltà recentemente affrontate che hanno portato a numerosi "profit warning". Si nota che in genere i gruppi delle costruzioni avanzano decisamente: Salini Impregilo di quattro posizioni, Astaldi di sette, Condotte di due, Cmc di nove, Rizzani de Eccher di trenta, Maltauro di cinquanta, Pizzarotti di diciassette, … mentre Ghella è l'unico ad arretrare: di nove. Inoltre i due gruppi delle costruzioni specialistiche, Bonatti e Sicim, hanno andamento divergenti: il primo migliora di venti posizioni, il secondo peggiora di altrettante.

Ma il nostro Paese potrebbe figurare meglio se tutti i gruppi che operano con successo all'estero (quelli stessi che appaiono nelle pubblicazioni sia dell'Ance che dell'Animp) rispondessero ai questionari di Enr. In ordine decrescente di fatturato estero ai 15 gruppi italiani presenti (Saipem, Salini Impregilo, Danieli, Astaldi, Maire Tecnimont, Condotte, Ansaldo Energia, Cmc, Bonatti, Ghella, Rizzani de Eccher, Sicim, Maltauro, Pizzarotti, Grandi Lavori Fincosit) potrebbero aggiungersi Trevi, Ansaldo Sts, Cimolai, Techint e Fata. Tutti attivi nell'impiantistica con l'eccezione del terzo costruttore specialista.
Questo porterebbe la nostra quota del mercato mondiale (sempre dal punto di vista dell'offerta) a 6,4 per cento senza però guadagnare posizioni (restando cioè settima), ma soltanto avvicinandosi alla Germania.

I sistemi Paese
Esaminando i "sistemi Paese" come succede da anni la Cina supera gli Stati Uniti (rispettivamente con una quota delle esportazioni mondiali, di lavori, di 17,2 per cento e 11,4 per cento), con la Spagna che si pone tra le due (perdendo la prima posizione occupata nel 2014!) con il 13,1 per cento. L'insieme dei contractors europei assomma un 46,6 per cento del mercato mondiale, spinto dalla Francia (9,9 per cento) e dalla Germania (6,5 per cento) mentre la Gran Bretagna si limita a un sorprendente 1,4 per cento. Quanto alla Turchia il suo 5,6 per cento, pur migliore del 3,8 per cento dell'anno prima, non lascia intravedere quel successo all'esportazione di cui si favoleggia. Mentre la Corea del Sud si conferma il quinto "sistema Paese" con una penetrazione di 7,1 per cento.

Analizzando le prestazioni nazionali l'Italia, oltre a mettere a segno una leggera crescita della quota mondiale (da 5,3 per cento a 5,7 per cento), ha qualche eccellenza settoriale. Salini Impregilo è anche nel 2014 il primo gruppo nel fatturato di opere idrauliche, seguito dal gruppo spagnolo Acs (che consolida il tedesco Hochtief, erroneamente incluso da Enr come se ancora fosse indipendente) e Saipem (Eni) sale dalla terza alla seconda posizione nel settore dell'oil&gas, preceduto dal francese Technip mentre Danieli si conferma il terzo gruppo per il contracting siderurgico dopo gli statunitensi Bechtel e Fluor.

I settori
Quanto ai settori nei quali nessun gruppo italiano eccelle ecco il podio mondiale. Nei trasporti primo è China Communications Construction, poi il francese Vinci e lo spagnolo Acs. Che guida invece la classifica di chi fattura di più in edilizia, seguito dallo svedese Skanska e dal turco Ozturk Holding. Nell'energia Power Construction Corporation of China precede lo spagnolo Abeinsa e il coreano Hyundai Engineering and Construction. Nell'impiantistica industriale non a caso il tedesco M+W Group è leader davanti al coreano Samsung C&T e il giapponese Kajima. Nel settore dei rifiuti i gruppi di impiantistica che più esportano nel mondo sono lo spagnolo Acs, Power Construction Corporation of China e l'austriaco Strabag. Infine nelle telecomunicazioni, settore in cui i grandi italiani sono stranamente del tutto assenti, ancora domina lo spagnolo Acs, questa volta seguito dal francese Vinci e dal giapponese Taisei.
Infine, esaminando la penetrazione per aree geografiche dei top 250 mondiali c'è un solo campione italiano che si distingue tra tutti: Saipem (non a caso l'unico nella top ten) è terzo in Africa, quinto in America Latina e sesto in Medio Oriente.

Gli italiani in classifica

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