Imprese

Cattaneo (Ntv): concorrenza, intervenga Bruxelles

di Giorgio Santilli

«Lunedì presenteremo a Bruxelles una segnalazione sul decreto legislativo di recepimento della direttiva Recast perché le norme che riducono i poteri e l'indipendenza dell'Autorità di regolazione dei trasporti e ripropongono la possibilità di un sovraprezzo per gli operatori privati frenano la liberalizzazione, creano ulteriori ostacoli alle imprese private, penalizzano chi viaggia in treno e vanno quindi in direzione opposta a quella che l'Italia dovrebbe prendere per chiudere le procedure di infrazione aperte dalla commissione Ue». Flavio Cattaneo, amministratore delegato di Ntv, non si arrende nella battaglia per garantire condizioni regolatorie favorevoli al mercato e alla concorrenza. «Mi pare difficile che il governo con questo provvedimento ottenga la chiusura della procedura di infrazione attuale, ma anche se dovesse prevalere un approccio formalistico, presenteremmo ulteriore ricorso per aprirne una nuova».
Il "decreto Recast" approvato quindici giorni fa dal governo spunta le armi sanzionatorie dell'Autorità di regolazione dei trasporti, ponendo un tetto di un milione di euro alle multe, proprio mentre è aperto un procedimento contro Rfi (per non aver rispettato le regole di par condicio nell'accesso alla rete e agli stabilimenti connessi) che può portare a una multa fino a 934 milioni di euro.

Pensa che il bersaglio di questa decisione del governo sia l'Autorità?
Constato che la prima volta che l'Autorità si muove davvero a difesa della concorrenza, con l'apertura di un procedimento sanzionatorio nei confronti di Rfi per violazioni che denunciamo da anni, crea un problema e e si decidono norme per ridurne l'indipendenza e i poteri. Ma chi pagherà il prezzo di questa decisione non sarà solo l'Autorità o imprese private come Ntv ma il processo di liberalizzazione: saranno i cittadini a pagare, i nostri 9 milioni di passeggeri che avranno meno possibilità di scelta fra servizi in concorrenza, in generali gli utenti dei treni che vedranno scadere la qualità dei servizi e aumentare i prezzi. Mentre a parole si dice di voler allargare la liberalizzazione anche ai treni pendolari, in realtà si mette a rischio anche la liberalizzazione che c'è mentre i pendolari continueranno a viaggiare come oggi. E si metteranno a rischio anche migliaia di lavoratori che operano direttamente e indirettamente nel settore.

Rispunta il solito conflitto di interesse del governo e di certi ministeri che sono azionisti di Fs e vogliono continuare a intervenire nei processi regolatori che riguardano le società da loro controllate e i loro concorrenti.
Prendiamo il caso dell'articolo 17 del decreto Recast che dà la possibilità di creare un sovracanone per l'uso dell'infrastrutture a danno delle imprese di trasporto private. L'Autorità verrà solo sentita dai ministeri dell'Economia e delle Infrastrutture. E dov'è l'indipendenza, allora? L'indipendenza dell'Autorità deve garantirla il Parlamento, non il governo azionista di Fs.

Il ragionamento non fa una piega. Ci sarà sullo sfondo la preoccupazione per la privatizzazione di Fs?
Premetto che noi siamo favorevoli alla privatizzazione di Fs, perché è un elemento di progresso, non di regresso. E pensiamo anche che l'attuale management Fs sia all'altezza di questo compito. Certo, noi preferiremmo una separazione netta fra rete e servizi, una terzietà effettiva della rete rispetto al gruppo Fs, ipotesi che non vedo francamente all'orizzonte. Ma il discorso che voglio fare qui è un altro: attenzione, perché il decreto Recast non favorisce la privatizzazione di Fs, la penalizza. Crea un'incertezza regolatoria che scatenerà centinaia di cause legali da parte delle imprese private ma anche dei passeggeri, con richieste di indennizzi miliardari. Questo decreto apre un'altra fase di conflitto regolatorio anziché una fase di certezze. Tutte queste cause andranno inserite nel prospetto per la quotazione in Borsa. E il mercato vuole stabilità regolatoria, non i rischi da incertezza regolatoria. Oltre la spada di Damocle di risarcimenti a sei zeri comunque da mettere in bilancio.

Torniamo al procedimento sanzionatorio aperto dall'Autorità contro Rfi che ha presentato i propri impegni per superare le infrazioni contestate. Vi soddisfano?
Riteniamo quegli impegni non soddisfacenti e generici. Soprattutto non danno tempi certi e fanno prevedere altre dilazioni. Ricordo che a Termini non abbiamo ancora le bigliettere automatiche e che continuiamo a essere penalizzati sulle tracce orarie.

Con il decreto Recast salta la possibilità della maximulta?
La possibilità di comminare la maximulta non può saltare. Se accadesse sarebbe una cosa gravissima.

Le decisioni del governo hanno un impatto anche sul piano di risanamento di Ntv?
La nostra parte l'abbiamo fatta e gli azionisti di Ntv sono tutti favorevoli alla sottoscrizione della ricapitalizzazione che avverrà a breve. La società in questi mesi ha migliorato i conti e le performance. Certamente le decisioni del governo non aiutano, anche per noi l'incertezza regolatoria è un ostacolo grave che mette a rischio i nostri investimenti ma soprattutto i diritti dei cittadini.

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