Appalti

Progettazione, mai più massimo ribasso per assegnare gli incarichi

di Giuseppe Latour

Arriva il divieto di affidare al massimo ribasso le gare per i servizi di ingegneria e architettura. La riforma degli appalti si avvicina agli ultimi metri in Senato. Oggi alle 16 e 30 la discussione avviata giovedì scorso dall'Aula di Palazzo Madama passerà alla fase di votazione degli emendamenti. Sarà, così, confermato il testo proposto dalla commissione Lavori pubblici, insieme a un pacchetto di modifiche preparato dai relatori Stefano Esposito (Pd) e Marco Pagnoncelli (Cri). Tra le ultime novità, così, prende forma l'obbligo di passare sempre dall'offerta economicamente più vantaggiosa per i servizi di progettazione.

Nuove regole sulla progettazione
Il passaggio in questione riguarda le nuove regole in materia di progettazione, che limitano il ricorso all'appalto integrato, indicando come criterio di aggiudicazione da preferire l'offerta economicamente più vantaggiosa. Il nuovo testo fa un passo avanti e decreta uno stop al ricorso del criterio del prezzo più basso o del massimo ribasso per «l'affidamento dei servizi di ingegneria e architettura e di tutti i servizi di natura tecnica». Insomma, per salvaguardare la qualità della progettazione bisogna evitare di basare le scelte delle amministrazioni solo sul prezzo. Si tratta di un'indicazione che, tra l'altro, va nella direzione indicata dall'Anac di Raffaele Cantone.

Cosa cambia per le concessioni
Accanto a questo, ci sono da segnalare le molte modifiche immaginate per il passaggio che obbliga le concessionarie a mandare tutti i loro lavori in gara. La prima eccezione è stata prevista per le operazioni in project financing, che saranno esentate dall'obbligo di mandare tutto in gara ma dovranno rispettare la regola attuale, in base alla quale il 60% degli importi deve andare sul mercato. L'idea è quella di non minare la sostenibilità economica delle operazioni attivate da privati. Non si tratta, però, della sola eccezione. Un secondo emendamento, proposto giovedì scorso, ha previsto una deroga anche per i servizi: saranno solo i lavori ad andare sul mercato, nell'ambito della concessione. Inoltre, è stato fissato un tetto di 150mila euro per le forniture: al di sotto di questa quota non scatta l'obbligo di gara.

Polemiche dall'opposizione
Tutte queste novità sul tema delle concessioni hanno scatenato il tiro al bersaglio dell'opposizione. Andrea Cioffi, capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione Lavori pubblici, ha chiesto esplicitamente che «venga ritirato immediatamente l'emendamento con il quale si vuole eliminare l'obbligo di gara dalle opere realizzate in project financing. L'emendamento a prima firma Esposito non farà altro che favorire corruzione, infiltrazioni mafiose e non garantirà la concorrenza tra imprese. Segnaliamo questo emendamento all'Anac di Cantone, che non può star zitto di fronte ad una proposta indecente come questa». La polemica in Aula, a questo punto, è certa. Così come è molto probabile che la Camera decida di tornare su questo passaggio, che difficilmente uscirà assestato dai lavori di Palazzo Madama. Anche se in serata Esposito ha chiarito che l'emendamento non riguarda le gare per l'assegnazioni dei project financing, ma i lavori di manutenzione assegnati dai concessionari a valle della gara principale.

Le altre novità
Le ultime decisioni saranno prese domani, quando il testo è atteso per il via libera definitivo in prima lettura. Le altre novità dell'ultimo minuto riguarderanno principalmente l'Anac. Sul fronte dei commissariamenti, prima di agire, Cantone dovrà chiedere alla stazione appaltante di valutare la possibilità di annullare la gara in autotutela, entro un termine preciso. Gli atti dell'Anac, poi, non dovranno più passare per una valutazione delle Camere: basterà un'informativa successiva all'adozione. Le banche dati del settore degli appalti pubblici saranno unificate presso Palazzo Sciarra, con la sola eccezione dell'Avcpass, che passa in capo al ministero delle Infrastrutture. Gli albi nazionali dei commissari di gara e dei collaudatori delle grandi opere diventano obbligatori. Il divieto per il contraente generale di avere i compiti di responsabile o di direttore dei lavori, come previsto nel Ddl, viene esteso «anche alle procedure di appalto già bandite alla data di entrata in vigore della legge». L'ultima correzione, infine, attribuisce all'Anticorruzione il compito di stabilire le «misure di premialità» connesse al rating di reputazione con cui saranno valutati i costruttori interessati alle opere pubbliche.

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