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Eventi/1. Salta il salone della ceramica: per il Cersaie appuntamento al 2021

la fiera di Bologna dedicata all'industria della ceramica e dell'arredobagno, rinuncia all'edizione 2020 e dà appuntamento dal 27 settembre al 1° ottobre del 2021

di Giovanna Mancini

È solo l'ultima del lungo elenco di fiere rinviate o annullate dallo scoppio della pandemia: anche il Cersaie, la fiera di Bologna dedicata all'industria della ceramica e dell'arredobagno, rinuncia all'edizione 2020 e dà appuntamento dal 27 settembre al 1° ottobre del 2021.Una decisione maturata nelle ultime due settimane, spiega Giovanni Savorani, presidente di Confindustria Ceramica. Del resto, gli organizzatori erano stati chiari da subito, quando poco più di un mese fa avevano annunciato lo slittamento della fiera da settembre a novembre. La manifestazione si sarebbe tenuta a condizione di garantire non solo la sicurezza dei partecipanti, ma anche gli standard di qualità e vocazione internazionale che caratterizzano l'evento, che ogni anno a settembre attira a Bologna e nel suo quartiere espositivo circa 120mila visitatori da tutto il mondo.Alla fine, tuttavia, l'ottimismo della volontà ha dovuto cedere alla dura realtà imposta dal Coronavirus.

Confindustria Ceramica, l'associazione che organizza la fiera, si era data tempo fino a inizio luglio per raccogliere le adesioni e capire se l'evoluzione della pandemia e delle misure di contenimento messe in atto dai Paesi avrebbero permesso di assicurare alla fiera quel carattere di internazionalità che la contraddistingue, con un terzo degli espositori e il 47% dei visitatori in arrivo dall'estero. Una vocazione che riflette quella del settore di riferimento, fatto di 230 aziende italiane di piastrelle, ceramica sanitaria, stoviglie, laterizi, materiali refrattari e ceramica tecnica, con 270mila dipendenti e una produzione che nel 2019 ha raggiunto i 7,1 miliardi di euro. La parte più rilevante (5,4 miliardi di euro) è rappresentata dall'industria delle piastrelle, concentrata per il 91% in Emilia Romagna, che realizza oltreconfine l'85% del fatturato. Le incertezze sull'evoluzione della pandemia, a livello mondiale, non permettono a oggi di assicurare il consueto afflusso internazionale, spiega Savorani, e quindi di assicurare alle aziende e ai professionisti un ritorno adeguato all'impegno e agli investimenti necessari per partecipare a un evento di questa portata.

«Pensi alla situazione disastrosa del Brasile – osserva il presidente – o a quella degli Stati Uniti, che per le nostre aziende è uno dei mercati più importanti. Sentiamo dire che l'Europa potrebbe mettere delle limitazioni sugli arrivi di persone dagli Usa... È troppo rischioso investire tanto per una manifestazione che potrebbe rivelarsi riduttiva, a maggior ragione in un periodo in cui le imprese sono in difficoltà a causa della crisi». Senza contare le limitazioni di movimento da altri mercati importanti, come Singapore o il Medio Oriente: il 25-30% dei visitatori del Cersaie arriva da Paesi extra-europei. Da qui la decisione di rimandare. Con l'intenzione, però, di accompagnare le aziende nei 15 mesi che le separano dall'edizione del 2021 attraverso un calendario di eventi – virtuali e in presenza – dedicati al ruolo della ceramica nell'edilizia del futuro, facendo leva su elementi come la sua salubrità e sostenibilità, asset competitivi su cui puntano i produttori di piastrelle, oltre al legame sempre più stretto con il mondo dell'architettura. A conferma di questo, il lancio nel 2021 di Contract Hall, il nuovo spazio dedicato alla progettazione e al dialogo tra ceramica e altri settori merceologici (cucine, outdoor, wellness, illuminotecnica...) che avrebbe dovuto debuttare quest'anno.

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