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Cemento mangia-smog, Italcementi studia per abbassare i prezzi

Oggi ha un costo superiore del 20-30% rispetto a quello tradizionale

di Enrico Netti

Una maratona per rendere più conveniente il cemento mangia smog. È una materia prima con un costo superiore del 20-30% rispetto a quello del tradizionale materiale di costruzione. Un significativo gap da ridurre e in questa direzione si concentrano gli sforzi di Italcementi che ha ideato il principio Tx Active. «Il team di ricerca e sviluppo è impegnato per rendere il Tx sempre più efficace riducendo la quantità di principio attivo da impiegare - premette Enrico Borgarello, direttore innovazione di prodotto di Italcementi, storica società di Bergamo che dal luglio 2016 fa parte del HeidelbergCement Group -. Stiamo facendo miglioramenti significativi che anno dopo anno riducono del 20-30% il costo del cemento fotocatalitico. Il nostro obiettivo è di arrivare a un delta di prezzo intorno al 5% rispetto al cemento ordinario. Saranno necessari forse 5 o 10 anni per raggiungere questo livello ma il nostro obiettivo è rendere il cemento Tx Active sempre più accessibile puntando a una edilizia sempre più green e sostenibile». Il cemento fotocatalitico è coperto da una ventina di brevetti mentre la produzione avviene presso la cementeria di Rezzato-Mazzano, nei dintorni di Brescia, e distribuito in tutto il mondo.

Inoltre il Tx Active è una materia prima con tutte le carte in regola per piacere a Greta Thunberg per una sua qualità intrinseca: la capacita di "mangiare" lo smog. In altre parole il cemento arricchito con il principio Tx Active è un ottimo alleato per combattere gli agenti inquinanti nell'area. «I manufatti realizzati con il cemento Tx Active con la luce solare trasformano e abbattono le particelle di NOx (ossidi di azoto ndr) che diventano nitrato, un sale innocuo che cade al suolo» continua Borgarello.

L'efficacia del cemento mangiasmog sugli inquinanti resta inalterata fino a quando il materiale non si degrada e "in opera" il Tx Active ha la stessa durata del comune cemento. «Ad oggi abbiamo steso tre milioni di metri quadri in tutti i continenti inclusi gli ambienti salini - continua il direttore innovazione di Italcementi che aggiunge -. Se ricoprissimo il 15% delle superfici degli immobili di Milano si potrebbe arrivare a ridurre anche del 50% il NOx emesso dalle vetture a benzina e gasolio e dagli impianti di riscaldamento a gasolio, pellet e legna che quando bruciano formano gli ossidi di azoto». Secondo il colosso di Bergamo una superficie di 10mila metri quadri realizzata con Tx Active ha la stessa capacità di depurare l'aria di mille alberi.

Un vantaggio competitivo per chi vuole impiegare questo cemento che strizza l'occhio all'ambiente. «Gli architetti apprezzano inoltre le qualità intrinseche perché le superfici e i materiali rimangono molto più puliti rispetto al cemento tradizionale - aggiunge Borgarello -. Restano bianche e più brillanti e nel tempo mantengono la tonalità. In più impiego del Tx Active contribuisce ad ottenere la certificazione Leed (il sistema internazionale che premia l'efficienza energetica e l'impronta ecologica degli edifici ndr) in altre parole diventa partner dell'ambiente».

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