Imprese

Italcementi si prenota per l'edilizia con stampante 3D

di Massimo Frontera

Non sappiamo ancora se - e fino a che punto - gli edifici del futuro saranno realizzati da robot e stampanti in 3D. Di certo, Italcementi ha deciso di prenotare un posto in prima fila in questo ipotetico scenario. Scenario che prefigura cantieri popolati di macchine che lavorano 24 ore su 24 - con il sole o con la pioggia - e con una presenza umana ridotta al minimo.

Il prodotto presentato da Italcementi è appunto una casa "stampata" utilizzando una formula cementizia che l'azienda bresciana, oggi parte della multinazionale tedesca HeidelbergCement Group, ha messo a punto in 15mila ore di ricerca sviluppata con vari partner internazionali e che è oggetto di una domanda di brevetto depositata in Italia. Il prototipo si chiama si chiama "3D Housing" ed è stato presentato ieri a Milano. Il cantiere proseguirà fino al completamento previsto nella settimana del Design e del Mobile, tra il 17 al 22 aprile.
La casa è stata progettata da Massimo Locatelli dello studio Cls Architetti.
È dal 2015 che Italcementi ha cominciato a studiare la tecnologia di stampa 3D nel settore del cemento. Il materiale messo a punto, fanno sapere l'azienda, «possiede le caratteristiche necessarie per essere miscelato, trasportato con una pompa da cantiere ed estruso attraverso ugelli, anche di forma differente, posti sulla testa di una macchina di stampa; al tempo stesso, è in grado di autosostenere il primo e i successivi strati depositati che, durante il processo di stampa, vengono posizionati uno sopra l'altro».

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