Imprese

Idrotermosanitari, il settore a un passo dai livelli pre-crisi (vendite a 12,5 miliardi)

di Giuseppe Latour

Rubinetti, sanitari, caldaie. Ma anche radiatori, condizionatori e rivestimenti. Il mercato della distribuzione di questi e di molti altri prodotti sta tornando a livelli simili a quelli del 2007, prima della grande contrazione legata alla crisi. Grazie alla spinta che arriva dalle riqualificazioni edilizie e al peso sempre crescente della componente legata agli impianti nelle costruzioni.

Dicono questo i dati elaborati dal Cresme per Angaisa, l’associazione delle imprese di distribuzione del settore idrotermosanitario, che saranno presentati domani a Milano, disegnando gli scenari per il comparto nel lungo periodo, da qui al 2030.

Le stime sulle variazioni del mercato Its nel 2017, contenute nella ricerca, dicono che a fine anno il settore si attesterà a quota 12,5 miliardi di euro (+3,5%). Per dare un riferimento, la serie storica elaborata dal Cresme dice che dopo il 1999 il picco è stato toccato nel 2007, con un fatturato complessivo pari a 13,1 miliardi. Da allora, la discesa del settore è stata quasi continua, con l’eccezione del biennio 2010-2011. Il minimo è stato raggiunto con i 10,9 miliardi del 2014. L’anno in via di conclusione dovrebbe segnare allora un consolidamento della ripresa, dopo due stagioni consecutive concluse con il segno positivo: +5,3% nel 2015 e +6,6% nel 2016.

Nonostante l’andamento in progressione di questi ultimi anni, però, la ricerca Cresme sottilinea che il recupero non è completo, dal momento che «mancano ancora dopo dieci anni 630 milioni di euro», per tornare ai livelli del 2007. Siamo, cioè, indietro di quasi cinque punti. Una forbice che dovrebbe essere recuperata nel corso del prossimo anno: «Il 2018 segnerà il ritorno ai valori pre-crisi - dice il direttore del Cresme, Lorenzo Bellicini - e questo indica una ripresa più vivace rispetto a quanto sta avvenendo in generale nelle costruzioni. Il motivo è che gli impianti stanno diventando sempre più importanti nelle nostre case e lo saranno sempre di più anche in futuro».

Una lettura condivisa dal presidente di Angaisa, Enrico Celin: «La capacità di innovare sia dal lato dei prodotti che della distribuzione ha fatto certamente la differenza - spiega -. La crescita conferma il clima positivo che si respira già da diversi mesi».

Ma i dati del Cresme dicono anche che su queste cifre ha avuto un impatto decisivo l’andamento della riqualificazione degli edifici. Il settore del rinnovo ha, infatti, mostrato una forte fase di accelerazione già a partire dal 2013, in corrispondenza con il potenziamento degli incentivi fiscali, passati in quel periodo al 50% e al 65%: finiture e impianti, guardando al dettaglio delle tipologie di investimenti per i quali è stata più richiesta la detrazione, sono tra gli interventi preferiti dal mercato, a danno di strutture e opere murarie. E questo ha dato carburante alla crescita dell’Its.

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