Imprese

Materiali innovativi, parte lo sportello unico: certificazioni entro 12 mesi

di Giuseppe Latour

Nasce lo sportello unico per la certificazione dei prodotti da costruzioni. Si chiamerà Itab (Italian technical assesment body) e, al di là delle sigle, avrà un compito strategico per l'industria italiana: velocizzare i tempi necessari a dare ai prodotti innovativi la patente necessaria ad essere impiegati. L'obiettivo è arrivare a uno standard di 12-18 mesi, a seconda della complessità della procedura, quando adesso nei casi peggiori è possibile arrivare addirittura a tre o quattro anni. Tanto che la gran parte delle aziende è costretta a rivolgersi a organismi esteri, all'interno dell'Unione europea, per avere risposta in tempi accettabili.

Lo sportello unico, che anticipa la delega al Governo contenuta nella legge n. 170/2016, nasce da un accordo tra il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) e il Consiglio superiore dei lavori pubblici: sono, insieme ai Vigili del fuoco, i due soggetti deputati dalla legge a certificare i materiali innovativi, ciascuno per le proprie aree di competenza. «Pensiamo – spiega il presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici, Massimo Sessa – di riportare il sistema a un'unità organizzativa che, per diversi motivi, era stata persa e che risulterà importante per l'industria, anche in prospettiva delle innovazioni che saranno necessarie per la prevenzione antisismica».

Nello specifico, la questione riguarda la marcatura Ce, un requisito fondamentale per la commercializzazione dei prodotti da costruzione, per i materiali e i sistemi non coperti da una norma armonizzata. In tutti questi casi è necessaria la redazione di un documento, chiamato Valutazione tecnica europea. Il problema è che questa procedura è stata per anni afflitta da una lunga serie di problemi: risorse ridotte, poche persone dedicate a mandare avanti le valutazioni, scarso coordinamento tra i diversi soggetti preposti.

Il risultato è nei numeri: nel corso degli ultimi cinque anni, sono arrivate a destinazione solo 120 procedure di competenza del Cnr, dieci di competenza del Servizio tecnico centrale del Consiglio superiore e solo una dei Vigili del fuoco. Poco più di 130, in totale. Pochissime per le capacità industriali del nostro paese. Con tempi che, nei casi peggiori, sono arrivati a tre o quattro anni di attesa. Come effetto collaterale di questi numeri, molti produttori hanno deciso di risolvere il problema nel più semplice dei modi: rivolgersi a organismi esteri. Nei quali, però, sono molto frequenti fenomeni di contrasto alla regolare concorrenza. In pratica, si ostacolano le imprese italiane a favore di quelle locali.

Per spezzare questo circolo vizioso, a giugno scorso è stato firmato un protocollo di intesa che ha dato vita, nelle settimane successive a Itab (www.italiantab.it), lo sportello unico telematico che punta a mettere a sistema tutte le risorse esistenti e a creare una procedura unificata e accelerata per tutte le tipologie di materiale. Questo dovrebbe portare effetti positivi in termini di tempi, ma anche di economicità della procedura (la certificazione può costare tra i 10mila e i 60mila euro), dal momento che i produttori potranno restare in Italia e potranno seguire su internet l'avanzamento della loro domanda.

«Pensiamo – spiega Antonio Occhiuzzi, direttore dell'Istituto per le tecnologie della costruzione del Consiglio nazionale delle ricerche – di portare tutte le procedure a un tempo standard di 12-18 mesi, a seconda della complessità». Anche grazie all'aiuto delle università. «Stiamo chiudendo accordi con diversi atenei che ci aiuteranno, ciascuno per le proprie competenze, a fare le valutazioni». E l'effetto positivo sulle domande si è già visto nel corso di questi primi mesi. Lo sportello, infatti, ha già registrato un incremento delle richieste. «A regime – conclude Occhiuzzi - l'Italia potrebbe certificare un centinaio di materiali all'anno».

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