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Innovazione, le costruzioni si preparano alla rivoluzione del grafene

di Mila Fiordalisi

Sempre più "intelligenti", sempre più ricchi di funzionalità e sempre più "inediti": i materiali da costruzione vivono una delle stagioni più entusiasmanti sotto il profilo delle aree di ricerca aperte per studiare e testare compositi di nuova generazione. E si lavora anche per dare nuova vita alle soluzioni "tradizionali". Le novità sono all'ordine del giorno e alcune delle soluzioni più innovative figlie del made in Italy sono state presentate in occasione di Technology Hub, l'evento dedicato alle tecnologie per il futuro andato in scena a Milano dal 7 al 9 giugno.

Dal marmo liquido che consente di rivestire qualsiasi superficie alle pareti tridimensionali stampate in 3d, dai polimeri trasparenti che "spruzzati" sui vetri consentono di produrre energia alle pellicole che si illuminano al touch, dai materiali fotolumiescenti a quelli super-isolanti. L'innovazione italiana è ricca di esempi e sono tante le startup nate e nascenti che hanno deciso di dedicarsi allo sviluppo di nuovi materiali e soluzioni tecnologiche pensate per la casa del futuro. «I cosiddetti connected material stanno regalando intelligenza e informazioni a oggetti e prodotti di uso quotidiano», sottolinea Christian Tubito, Project Manager Innovation & Research di Material Connexion Italia. Perché uno degli ingredienti fondamentali della ricetta sarà proprio la connettività, complice l'avvento del cosiddetto Internet of Things.

Ma l'Italia punta a giocare un ruolo da protagonista soprattutto nel campo dei materiali evoluti, il grafene in pole position. L'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) è, insieme con il Cnr, il Politecnico di Milano, il Politecnico di Torino e l'Università di Trieste una delle eccellenze internazionali in tema di grafene. Ed è di poche settimane fa la notizia della messa a punto del primo pannello fotovoltaico di grandi dimensioni. Il fotovoltaico però è solo uno degli approdi "naturali" del grafene. «Una delle sfide più importanti sarà quella dei materiali da costruzione – sottolinea Vittorio Pellegrini, Direttore dei Graphene Labs dell'IIT -. Il Graphene Flagship, progetto europeo da un miliardo di euro, punta all'adozione del grafene all'interno dei materiali. È un progetto importante, che vede coinvolti una ventina di Paesi, 1500 ricercatori, 150 gruppi di lavoro e l'Italia è tra i Paesi leader».

Ma quali sono le proprietà del grafene? E come questo materiali può rivoluzionare il settore dell'edilizia? A base di atomi di carbonio, il grafene «è al momento l'unico materiale che riunisce a sé una quantità impareggiabile di proprietà presenti in materiali differenti - spiega ancora Pellegrini -. È in grado di condurre elettricità e calore ma al contempo di evitare il surriscaldamento delle superfici, è trasparente, è meccanicamente robusto, al punto da essere cento volte più resistente dell'acciaio, è flessibile, è antibatterico, autopulente». È sul fronte della conduzione del calore e su quella elettrica che si stanno concentrando parecchi progetti, già in fase avanzata. «Il grafene è ad esempio considerato fondamentale per dotare vetri e infissi di proprietà fotovoltaiche. E a tal proposito abbiamo in corso alcuni colloqui con aziende per avviare lavori su applicazioni in particolare per gli infissi in legno - sottolinea Pellegrini -. Stiamo inoltre lavorando a un progetto per realizzare pannelli di polistirolo arricchito con grafene che potrebbero essere usati come isolanti nelle pareti».

L'Italia, per le sue caratteristiche intrinseche, può posizionarsi molto bene: «L'industria manifatturiera è seconda solo a quella tedesca ed è in grado di beneficiare al massimo dell'uso del grafene. Inoltre vantiamo un'industria fiorente nell'uso, ad esempio, delle materie plastiche. E non è un caso se il tessuto imprenditoriale italiano si sia già ampiamente attivato nel campo del grafene. Per quel che riguarda le attività di ricerca poi siamo considerati fra i Paesi al top in Europa». Insieme con il Regno Unito, il Paese che in Europa per primo ha acceso i riflettori sul grafene, parecchi progetti sono operativi in Germania e Francia. Se è vero che non abbiamo niente da invidiare agli altri Paesi sul fronte delle iniziative avviate, in realtà, evidenzia il direttore dell'IIT, siamo indietro sul fronte delle politiche industriali. «Gli altri paesi hanno avviato incentivazioni ad hoc per l'adozione del materiale in numerose industrie, non solo nel campo dell'edilizia. E anche da noi sarebbe auspicabile avere delle misure. In Uk - racconta Pellegrini - è stato attivato uno specifico programma da parte del Ministero della Ricerca per sviluppare collaborazioni fra università e aziende. Anche in Germania, Spagna, Svezia e Francia ci sono progetti simili. Se l'Italia pensasse a una programmazione a lungo termine si potrebbe spingere l'acceleratore sui progetti. Arrivare tardi potrebbe penalizzarci».

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