Imprese

Mapei, i ricavi salgono a 2015 a 2,2 miliardi: previsti cento milioni di investimenti

di Luca Orlando

Eh sì - risponde sorridendo Carlo Pecchi - in effetti quella “voce” incide».

Al capitolo viaggi e trasferte il direttore finanziario di Mapei inserisce in bilancio un valore di 33 milioni di euro, l’intero fatturato di una media azienda italiana.

Costi inevitabili, basta una rapida occhiata al planisfero disseminato di punti colorati appeso alla parete per capire perché. Attivo in quasi 80 sedi, in gran parte produttive, sparse nei cinque continenti, il gruppo Mapei è a tutti gli effetti una realtà multinazionale, con quasi 6mila addetti dislocati nella rete di consociate oltreconfine a cui si aggiungono gli oltre 2000 dipendenti in Italia: per rappresentare anche solo schematicamente l’organigramma societario occorre scorrere due pagine di bilancio.

E a ben vedere è proprio l’internazionalizzazione spinta la leva strategica che negli anni ha alimentato la crescita, portando ora il gruppo, per la prima volta, oltre la soglia dei 2 miliardi di euro di fatturato. «Non certo grazie al mercato italiano - aggiunge Pecchi - perché qui il superamento della crisi non è ancora avvenuto. E pensare che nel 2004 l’Italia valeva il 50% dei nostri ricavi».

Un altro mondo, quando il “mattone” italiano ancora correva, assorbendo volumi crescenti dei prodotti in cui Mapei ha conquistato una leadership globale: adesivi e prodotti chimici per l’edilizia. Oggi nei conti del gruppo guidato da Giorgio Squinzi, presidente del gruppo 24 Ore e past president di Confindustria, i valori assoluti del mercato interno sono in linea rispetto al 2008, anche se il peso relativo dell’Italia nello stesso arco di tempo si è esattamente dimezzato. La spiegazione dei progressi è altrove, frutto della strategia di diversificazione geografica avviata da Mapei nel 1978 con il primo investimento in Canada e proseguita nel tempo senza ripensamenti. I mercati esteri ora garantiscono al gruppo il 75% dei ricavi, con valori assoluti esattamente raddoppiati rispetto al 2008.

Un progresso corale, che ha riguardato più aree geografiche, e che porta oggi Mapei a quota 2,18 miliardi di euro di vendite, in crescita di oltre il 12% rispetto all’anno precedente e in progresso evidente anche dal lato della redditività, (+56% l’utile netto) pur tenendo conto della chiusura di un contenzioso tributario. «Il grande vantaggio di questa presenza capillare nel mondo è la diversificazione del rischio - spiega Pecchi - perché in questo modo il peso del singolo mercato si riduce e le crisi di alcune aree possono essere bilanciate dai progressi in altre zone. Noi, ad ogni modo, siamo in crescita da sempre, quest’anno abbiamo a budget l’inserimento di altre 300 addetti, molti dei quali in Italia: in un orizzonte di 5 anni ci indirizziamo verso i tre miliardi di ricavi».

Mai un bilancio in perdita o un arretramento dei ricavi, ricorda il direttore finanziario, così come mai è stato necessario ricorrere alla cassa integrazione. La regola del gruppo è il reinvestimento integrale degli utili e l’elevata patrimonializzazione consente flussi elevati e costanti di investimenti, 80 milioni lo scorso anno, quasi 100 nel 2016. «È un obbligo - spiega Pecchi - una necessità per sostenere la strategia di crescita. Nei nostri numeri 2015 la rivalutazione del dollaro ha certamente aiutato ma in ogni caso il progresso è robusto anche a cambi costanti e questo sta avvenendo anche nel 2016. Pare un anno “fotocopia”: Italia ferma, estero in progresso». L’altro pilastro della strategia riguarda l’attività di ricerca, svolta in 18 laboratori principali sparsi nel mondo, con l’Italia a fare da capofila con oltre 250 ricercatori e nuovi innesti ogni anno. Investimenti che alimentano e aggiornano un portafoglio di 1600 prodotti, con nuovi sviluppi ad esempio nelle nanotecnologie, per comprendere al meglio le prime fasi di interazione tra l’acqua e i vari tipi di materiali; oppure nella sostenibilità, inventando nuove soluzioni per prodotti eco-compatibili. Utilizzati nel mondo non solo nell’edilizia residenziale ma anche nelle infrastrutture strategiche e nei grandi progetti sportivi: a partire dall’edizione di Montreal 1976 per realizzare le piste di atletica delle olimpiadi si utilizzano i materiali Mapei. E i giochi di Rio non fanno eccezione.

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