Imprese

Il caso: le caldaie hi-tech della padovana Cib Unigas corrono in Russia

di B.Ga.

Un brevetto che elimina la necessità del fattore umano perché il bruciatore della caldaia diventa capace di regolarsi da solo: maggiori rendimenti perché la combustione è sempre ottimale, minori costi per il cliente che non deve pagare il tecnico e un più alto livello di sicurezza grazie alla diagnostica interna.

L’innovazione è firmata dalla Cib Unigas di Campodarsego, Padova, 95 addetti che arrivano a 155 nelle controllate di Russia (primo mercato, vale il 40% del fatturato), Inghilterra e Cina. Qui si producono – soprattutto per l’estero – i bruciatori che sono il cuore dell’impianto, fra meccanica ed elettronica. Il brevetto, presentato nelle settimane scorse a Milano, è stato messo a punto grazie alla collaborazione con l’università di Padova: «Oltre un anno e mezzo di lavoro, che si è svolto interamente all’interno dell’azienda con la presenza del professor Alessandro Beghi, del dipartimento di Ingegneria, e di un suo ricercatore» spiega Filippo Pancolini, che è anche referente della nascente Rir (rete innovativa regionale) dell’Hi Tech manufacturing.

Il progetto messo a punto dall’azienda aveva infatti bisogno di una fase di test e di essere inquadrato in una cornice teorica e matematica. «Era il primo caso di collaborazione così strutturata e per un lungo periodo, ma abbiamo trovato subito la strada giusta con l’ateneo – spiega Pancolini – è bastato definire metodi e obiettivi condivisi con tutti i partner, ma l’interesse per il nostro prodotto è stato immediato».

Così come l’interesse suscitato nei clienti, «che ci hanno chiamato fin dai giorni successivi alla presentazione per chiederci i tempi necessari alla produzione. Prevediamo che la fase delle necessarie certificazioni richiederà un paio di mesi. Questo tipo di innovazione permette al bruciatore di fermarsi solo in casi estremi: in tutte le altre situazioni è in grado di tararsi da solo sulla base dei parametri che ha in precedenza memorizzato. Un fatto notevole, se si tratta di situazioni con un clima rigido come avviene in Russia», sottolinea Pancolini.

L’azienda ha un fatturato di 25 milioni di euro, per il 90% legato all’export.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©