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Primo test per la resina smart che punta a salvare i palazzi di Venezia

di Mila Fiordalisi

Si consolida al contatto con l'acqua creando un'immediata "barriera" alle infiltrazioni: queste le proprietà dell'innovativa resina made in Italy che promette in un sol colpo di abbattere umidità e problematiche legate alle infiltrazioni dell'acqua e quindi di migliorare il consolidamento statico degli edifici.

Il rivoluzionario composito "6th Eelement" è frutto dell'ingegno del veneziano Roberto Padoan. E quale miglior banco di prova del nuovo materiale se non Venezia? Detto, fatto: un primo test sul campo è stato avviato presso l'hotel Savoia & Jolanda e altre sperimentazioni coinvolgeranno presto altre strutture. Anche perché la resina a presa diretta può essere utilizzata, oltre che per rafforzare le fondamenta degli edifici, anche a livello di piloni e argini. Il punto di forza del materiale sta nella sua capacità di "asciugarsi" e compattarsi anche in condizioni di immersione, diversamente ad esempio da materiali quali il calcestruzzo.

Una caratteristica che consente di operare senza dunque la messa in asciutta, condizione non da poco considerato il risparmio dei tempi di intervento e, di conseguenza, dei costi correlati. Altri plus del composito la sua leggerezza nonché l'ecocompatibilità, anch'esse caratteristiche fondamentali soprattutto quando bisogna intervenire su strutture già degradate come quelle dell'area lagunare. L'applicazione del materiale viene inoltre accompagnata con una serie di indagini diagnostiche preventive attraverso tomografia elettrica per individuare nel dettaglio le condizioni strutturali in modo da pianificare interventi mirati.

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