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Costruzioni appese ai bonus fiscali: il 70% del mercato legato a efficienza e recupero

di Giuseppe Latour

Recupero a quota 70% del mercato. Il destino delle costruzioni è, ormai, legato a filo doppio a quello dei bonus fiscali per le ristrutturazioni e l'efficientamento energetico. Lo certifica il rapporto sull'innovazione e la sostenibilità in edilizia, presentato ieri a Roma dai sindacati di categoria (Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil) e da Legambiente: gli interventi collegati in qualche modo alle detrazioni hanno un peso ormai irrinunciabile per il comparto. Per questo, bisogna iniziare a ragionare sul destino di questi sconti, puntando sulla soluzione di alcuni problemi storici, come la scarsa diffusione degli incentivi al Sud, l'impatto minimo sui condomini, la netta prevalenza di operazioni che non migliorano la classe energetica degli edifici. Tra questi problemi, quello che riguarda i condomini pare il più prossimo a una soluzione. È vitale, però, che l'Agenzia delle Entrate dia prima possibile le indicazioni operative sulla nuova versione del bonus, a valle dell'ultima legge di Stabilità.

Il rapporto, sul fronte dei bonus fiscali, riepiloga l'impatto che questi hanno avuto negli ultimi anni. «Dal 1998 ad oggi sono stati realizzati oltre 9 milioni di interventi di recupero edilizio grazie alle detrazioni fiscali e dal 2007 circa 2,5 milioni di efficientamento energetico. I numeri ci dicono che i vantaggi sono stati straordinari in termini di cantieri aperti e opportunità per le famiglie e per il lavoro». È ormai un dato assodato che la caduta post 2008 è stata attenuata solo dalle manutenzioni.

I numeri dei sindacati e di Legambiente dicono quanto vale questo apporto. «Dell'intero valore della produzione cumulato dal settore delle costruzioni nel 2014, circa il 70% è riconducibile ad interventi di manutenzione straordinaria e ordinaria sul patrimonio esistente». La crescita è stata di circa quindici punti negli ultimi anni ed è stata molto influenzata proprio dagli incentivi. Il peso degli interventi agevolati rispetto al totale dell'attività di rinnovo edilizio, infatti, si può quantificare, in media rispetto al periodo completo di incentivazione (1998-2014) in circa il 28% per l'edilizia residenziale e nel 20% riguardo al complesso. Se però guardiamo al solo anno 2014, tale peso raggiunge, rispettivamente, le percentuali del 43 e del 60 per cento. Insomma, i bonus fiscali sono il pezzo più importante di un mercato, quello delle manutenzioni, strategico per il paese.

Per il futuro, però, bisogna porsi alcuni problemi di merito sull'evoluzione di questi strumenti. «A leggere i dati si comprende come abbiano funzionato molto bene al Centro-Nord, mentre al Sud non hanno attratto investimenti perché i lavori in nero, una storica piaga dell'edilizia, continuano a risultare più vantaggiosi». Senza contare «come siano risultati di fatto inaccessibili per le fasce sociali più deboli e non abbiano inciso rispetto alla riqualificazione di edifici condominiali». Inoltre, un bilancio da un punto di vista energetico degli incentivi evidenzia alcuni problemi. Le detrazioni per le ristrutturazioni, infatti, sono accessibili a prescindere dagli obiettivi energetici conseguiti, mentre quelli per l'efficienza hanno premiato soprattutto alcune soluzioni, come la sostituzione di infissi, le caldaie e gli impianti solari termici.

Guardando al breve periodo, comunque, tra i problemi sollevati dal rapporto quello dei condomini pare il più vicino ad essere risolto. La legge di Stabilità, infatti, ha appena creato un meccanismo di cessione degli incentivi alle imprese che realizzano gli interventi, per rendere più semplice l'attivazione di questo tipo di operazioni. Anche se mancano ancora le indicazioni dell'Agenzia delle Entrate in merito. In base alla legge andrebbero pubblicate entro fine febbraio, ma per sindacati e Legambiente devono uscire prima possibile, «visto che l'Ecobonus scade nel 2016, e interventi di questo tipo hanno bisogno di una fase di istruttoria e progettazione non breve (proprio perché coinvolgono diverse famiglie)».
In prospettiva, poi, bisogna anche superare il problema degli interventi con scarso impatto sull'efficientamento energetico.

«Occorre dare finalmente certezze e rendere strutturali le detrazioni fiscali legandole a miglioramenti della classe energetica degli edifici (con vantaggi per il sistema Paese, l'ambiente e direttamente per le famiglie), di miglioramento del comportamento antisismico degli edifici e strumenti fiscali e contrattuali che garantiscano qualità e regolarità del lavoro prodotto».

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