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Prodotti/1.La crisi taglia le gambe all'innovazione: crollano le domande di brevetti nell'edilizia

di Giuseppe Latour

Meno propensione a investire in innovazione e, dunque, a brevettare. Dicono questo i numeri, relativi alle costruzioni, dell'archivio dell'Ufficio brevetti e marchi, analizzati da Edilizia e Territorio. Tra il 2013 e il 2014 stiamo assistendo all'ennesimo calo per le domande di invenzioni e modelli di utilità nel settore: se nel 2006 viaggiavamo intorno a quota 1.200 ogni dodici mesi, adesso siamo intorno ai 400. Una riduzione di due terzi abbondanti che fotografa chiaramente la scarsa voglia della filiera dell'edilizia di scommettere sull'innovazione e sul mercato, dopo anni di bilanci in rosso.

L'analisi
La rilevazione è stata realizzata sui numeri ufficiali della banca dati dell'Ufficio italiano brevetto e marchi, incardinato presso il ministero dello Sviluppo economico. Per fotografare in maniera più esatta la situazione delle diverse congiunture del nostro paese negli ultimi anni, è stata considerata la data di deposito delle domande e non quella di registrazione o concessione, che risente di un certo ritardo.
Anno per anno, poi, sono state considerate le invenzioni e i modelli di utilità. Le prime implicano un'attività inventiva e sono pensate per avere un'applicazione industriale: sono, quindi, il pezzo pregiato degli elenchi. I secondi sono modelli che servono a conferire particolare efficacia o comodità di applicazione e utilizzo a macchine e strumenti che già esistono. Sono state inserite nella rilevazione solo le domande classificate con la lettera "E", che individua i brevetti per costruzioni fisse: include costruzioni di strade e ferrovie, idraulica, fondazioni, acqua, fabbricati, serrature, porte e finestre, perforazione del suolo.

Il crollo degli ultimi anni
La tendenza che viene fuori dai numeri è molto evidente. Partendo dalle invenzioni, prima della crisi il settore delle costruzioni presentava 904 domande nel 2006 e 957 domande nel 2007. Nel 2008 è stato registrato un primo calo, che ha portato a 726 domande, poi seguito da una contrazione negli anni successivi, quando il settore si è assestato intorno tra le 500 e le 600 richieste. Adesso, però, siamo in netta riduzione: nel 2013 le domande sono scese appena a quota 217 e nel 2014 sono solo 4, anche se bisogna considerare che il dato più recente non è attendibile, perché non è stato ancora completamente aggiornato. Allo stato attuale, non fa pensare, comunque, a una ripresa. Minori oscillazioni, invece, ci sono state sui modelli di utilità, che si sono tenuti sempre tra le 200 e le 300 domande. Anche se va detto che il dato 2013 (195) è nettamente il peggiore dal 2006 ad oggi.

Insomma, facendo qualche somma, se alla vigilia della crisi viaggiavamo intorno alle 1.200 domande totali, considerando entrambe le categorie, adesso siamo intorno alle 400, circa un terzo. Segno che la propensione del settore a investire in innovazione, dopo anni di bilanci in calo, è crollata e si preferisce non affrontare i costi della brevettazione: per un'invenzione industriale siamo a circa 2mila euro tra diritti di deposito, diritti per la domanda e per la successiva concessione. Ai quali va sommata anche l'eventuale remunerazione di un consulente, che costa almeno altrettanto.

La spiegazione dell'Ufficio brevetti
Questi dati, comunque, vanno letti con una serie di avvertenze. Nella banca, infatti, ci sono le classifiche provvisorie proposte dagli utenti. Il dato del 2014 potrebbe, quindi, non essere normalizzato. Utilizzando una classificazione differente rispetto a quella della banca dati (ingegneria civile, anziché costruzioni fisse), il ministero dello Sviluppo economico parla di un andamento stabile.

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