Fisco e contabilità

Retribuzione in contanti addio: dal primo luglio stipendio solo con assegno, bonifico o pagamento elettronico

di Massimo Frontera

È ormai prossimo l'effetto delle norme della legge di Bilancio 2018, e in particolare dei commi 910 a 913, che stabiliscono appunto l'uscita di scena totale dei contanti nel pagamento delle retribuzioni. Dal primo luglio datori di lavoro e committenti non potranno in alcun modo retribuire in contanti i lavoratori, qualsiasi sia il rapporto di lavoro instaurato. Fanno eccezione, come ha avuto modo di precisare l'Ispettorato del lavoro nella nota n. 4538 del 22 maggio scorso, «i compensi derivanti da borse di studio, tirocini, rapporti autonomi di natura occasionale». Chi non rispetta la regola rischia una sanzione ne amministrativa pecuniaria che va dai mille e i 5mila euro.

L'Ispettorato del lavoro precisa inoltre che la sanzione si applica anche a chi fa il furbo, annullando l'assegno emesso o revocando il bonifico subito dopo averlo ordinato. Tra i casi sanzionabili, infatti, c'è anche quello in cui «il versamento delle somme dovute non sia realmente effettuato, ad esempio, nel caso in cui il bonifico bancario in favore del lavoratore venga successivamente revocato ovvero l'assegno emesso venga annullato prima dell'incasso», si legge nella nota dell'Inl. Pertanto, aggiunge l'Ispettorato del lavoro, «ne consegue che, ai fini della contestazione si ritiene sia necessario verificare non soltanto che il datore di lavoro abbia disposto il pagamento utilizzando gli strumenti previsti ex lege ma che lo stesso sia andato a buon fine».

Come si può pagare? La retribuzione potrà essere versata attraverso un istituto di credito o un ufficio postale. Ovviamente il lavoratore deve avere un conto o un Iban. La retribuzione può essere anche liquidata con assegno o con strumenti di pagamento elettronico. Il contante può essere versato al lavoratore, con mandato di pagamento, solamente presso lo sportello bancario o postale dove il datore di lavoro ha un conto corrente.

La nota dell'Ispettorato nazionale sul lavoro del 22 maggio scorso in materia di retribuzione

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