Fisco e contabilità

Chiarimento Inps sull'Ape sociale nei cantieri: dalle Casse edili i certificati per accedere all'agevolazione

di Giuseppe Latour

I sindacati portano a casa un importante risultato sul fronte dell'Ape sociale: gli ultimi sei anni di continuità contributiva per accedere al regime agevolato verranno certificati direttamente dalle Casse edili, senza passare dai singoli datori. Lo ha stabilito la Direzione centrale delle pensioni dell'Inps nel messaggio n. 2884, in cui l'Istituto integra la precedente circolare, contestatissima dai sindacati, e aggiunge ulteriori specifiche sulle modalità di presentazione delle domande per accedere al nuovo strumento. La sostanza è che non sarà più necessario andare a caccia dei vecchi contratti, ma si potrà fare tutto tramite la Cassa edile.

Il problema – va ricordato – nasce dalla circolare dell'Istituto n. 99 del 2017, scritta per dare indicazioni pratiche su come richiedere il nuovo anticipo pensionistico. In quella sede, l'Inps stabiliva una clausola capestro e chiedeva a chi fa domanda per una delle tipologie di lavoro definite «gravose» dalla norma una prova quasi impossibile da fornire. In sostanza, gli operai dovevano provare gli ultimi sei anni in cantiere portando attestazioni dei loro datori di lavoro. Questi ultimi, però, in molti casi hanno visto fallire le loro imprese. Questa prova, insomma, era quasi impossibile da trovare.

Adesso, l'Inps torna sulla questione e stabilisce: «Con riferimento alla categoria degli operai edili, in considerazione delle segnalate difficoltà di reperire il datore di lavoro per la sottoscrizione della relativa attestazione (modello AP116), il richiedente potrà farsi rilasciare idonea dichiarazione, sottoscritta dal responsabile della Cassa edile, dalla quale risultino i periodi durante i quali egli è stato iscritto alla Cassa. Tale dichiarazione dovrà essere allegata alla domanda telematica e il richiedente dovrà dichiarare nel campo note (presente nella scelta prodotto) che, stante l'impossibilità di reperire il datore di lavoro, è stata allegata la dichiarazione delle Casse edili interessate».

Dunque, per gli edili torna la speranza di poter accedere all'Ape social, non dovendo più, così come indicava la circolare Inps, andarsi a cercare tutti i datori di lavoro avuti nei sei degli ultimi sette anni di lavoro. E proprio dal segretario generale della Fillea Cgil, Alessandro Genovesi arriva il commento a caldo: «Il mio primo pensiero va a quei lavoratori, circa 2mila dei 23mila over 63 che stanno ancora sulle impalcature, che possono tirare un sospiro di sollievo e forse finalmente poter guardare al proprio futuro con maggiore serenità. Sapere di aver contribuito, insieme a Filca e Feneal, a modificare una circolare ingiusta e a restituire ad alcuni lavoratori il diritto a scendere dalle impalcature e godersi finalmente la propria pensione, è per noi una soddisfazione enorme, che ci riempie di orgoglio».

Resta, comunque, vivo il problema dei paletti per l'accesso all'Ape. Sono, infatti, moltissimi i lavoratori over 63 che ad oggi non hanno i requisiti per accedere all'Ape, perché nel settore delle costruzioni 36 anni di contributi, sui cui gli ultimi 6 su 7 continuativi, sono condizioni che solo in pochi sono in grado di rispettare. Per questo, da tempo i sindacati chiedono un ammorbidimento dei requisiti, in modo da facilitare l'accesso agli edili.

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