Fisco e contabilità

Studio Abi-Cerved sulle sofferenze: ricaduta nel 2016 per le costruzioni

di Giuseppe Latour

Sofferenze in leggera crescita fino al 6,1% nel 2016, con un settore che però è sempre più spaccato a metà. Le grandi imprese hanno bilanci più sani e si avviano a tornare (nel 2018) su tassi simili a quelli registrati prima della crisi. Le piccole e micro imprese, invece, trovano molte difficoltà in più e restano un anello debole, anche se le loro performance miglioreranno molto nel corso dei prossimi anni. Sono gli elementi più rilevanti, relativi alle costruzioni, che emergono dai dati dell'outlook Abi-Cerved sulle sofferenze delle imprese. Gli indicatori dell'osservatorio di maggio consentono di stimare la rischiosità dei prestiti alle imprese. E per l'edilizia disegnano un quadro parecchio articolato.

Guardando alla serie storica delle sofferenze per settore, le costruzioni si confermano il comparto con i livelli più alti. Nel 2008, per dare un'idea dell'evoluzione, l'andamento era in linea con i livelli di industria, servizi ed agricoltura, poco sotto il 2% di sofferenze. Nel 2009 è cominciata un'ascesa che si è arrestata solo nel 2015, quando la curva dei tassi di sofferenza ha smesso di salire: a quel punto eravamo al 5,8 per cento. La notizia nel 2016 è che le sofferenze sono ulteriormente in crescita, anche se di poco: hanno toccato il 6,1 per cento.

La tabella che analizza la dimensione delle imprese fornisce ulteriori elementi su come il settore si sta evolvendo. Le curve delle imprese grandi e medie sono, infatti, entrambe in calo. Le grandi, per la precisione, sono sotto la media del settore: il loro tasso di sofferenza è sceso dal 6,9% del 2015 al 5,5% del 2016. Quasi un punto e mezzo di recupero. Meno marcato il miglioramento delle imprese medie, che comunque passano dal 7% al 6,3%. I numeri di piccole e micro imprese, invece, sono in risalita: le prime salgono dal 6,1% al 6,3%, mentre le seconde passano dal 5,8% al 6 per cento. In pratica, il settore è nettamente spaccato a metà. Sopra i 50 occupati o i dieci milioni di fatturato le sofferenze si riducono, mentre al di sotto di questa soglia gli andamenti sono negativi.

Infine, le previsioni sui tassi nel 2017 e nel 2018 completano il quadro. Alla fine di quest'anno assisteremo, secondo il report, a un calo finalmente molto marcato: si passerà dal 6,1% attuale al 5,3%, per poi arrivare al 4,3% nel corso del 2018. Il dato rilevante, però, è che le costruzioni resteranno, anche alla fine di questo periodo, il settore con la distanza più forte dai tassi registrati nel periodo pre-crisi. Solo per le grandi è atteso un recupero. Nel 2018 arriveranno a un livello medio di sofferenza del 3%, molto vicine agli andamenti registrati nel 2008.

«Industria e agricoltura – conclude il report - sono i settori per cui le nuove sofferenze sono previste a livelli più vicini a quelli pre-crisi al termine dell'esercizio di previsione: il tasso di ingresso in sofferenza toccherà il 2,1% nell'industria (1,8% nel 2008) e l'1,8% nell'agricoltura (1,5%). Nonostante un calo più marcato, costruzioni e servizi rimarranno invece più distanti, rispettivamente con un tasso del 4,3% (1,8% nel 2008) e del 2,5% (1,5%)». Per le costruzioni, insomma, ci sono ancora dei passi da compiere.

I dati dell'outlook Abi-Cerved

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