Fisco e contabilità

Professionisti, più tutele e su contratti e pagamenti: ecco cosa cambia con il Jobs Act

di Giuseppe Latour

Benefici sul fronte fiscale, con la piena deducibilità delle spese di formazione, entro il tetto massimo di 10mila euro, già nel 2017. Welfare più strutturato, grazie a un decreto delegato che darà più peso alle prestazioni complementari delle casse professionali. Più tutele nell'attivazione degli incarichi: i contratti, su richiesta, saranno sempre stipulati in forma scritta e non potranno contenere clausole per il pagamento ritardato delle prestazioni. E accesso garantito ai bandi regionali, finanziati con fondi europei.

Sono solo alcune delle novità inserite dal Parlamento nel Jobs act degli autonomi, diventato ormai legge grazie all'approvazione del Senato. Palazzo Madama ha, infatti, appena concluso un percorso che si era aperto a novembre del 2016. E che, per la verità, non è ancora stato completamente archiviato. Resta, infatti, in sospeso un pacchetto di deleghe molto rilevanti, da esercitare entro dodici mesi. Una di queste dovrà disciplinare una delle questioni più delicate per i professionisti tecnici: la sussidiarietà, con il passaggio di poteri dalla Pa alle partite Iva.

L'obiettivo del provvedimento, lungo 26 articoli, è rafforzare il sistema dei diritti a tutela dei professionisti. In qualche caso si agisce su norme esistenti, mentre in altri si fissano da zero tutele mai esistite. E' il caso del passaggio che regola il fronte dei rapporti tra committente e professionista, stabilendo una serie di indicazioni basilari che andranno sempre rispettate, pena il risarcimento del danno. Quindi, il contratto di mandato professionale deve essere stipulato in forma scritta, se il professionista lo richiede. Poi, il contratto non può contenere clausole che attribuiscano al committente la facoltà di dettare modifiche unilaterali al contenuto. Inoltre, non può contenere clausole che attribuiscano al committente, nel caso di contratto avente ad oggetto una prestazione continuativa, la facoltà di recedere senza un congruo preavviso. Ma, soprattutto, è nulla la clausola che prevede il pagamento della prestazione con termini superiori a 60 giorni.

Agisce, invece, su un sistema di diritti già esistente il pacchetto di norme dedicato al fronte fiscale. Le integrazioni sono fissate dall'articolo 9 e sono tra i pezzi più rilevanti del testo. Le spese di iscrizione a master, corsi di formazione o aggiornamento, convegni e congressi non saranno più deducibili al 50% ma potranno essere "scaricate" integralmente dalle tasse. L'unico limite resta il tetto massimo di 10mila euro, che tenga conto anche delle spese di viaggio. Sono, poi, integralmente deducibili, entro il limite annuo di 5mila euro, le spese sostenute per i servizi personalizzati di certificazione delle competenze, orientamento, ricerca e sostegno all'auto-imprenditorialità. Inoltre, tutte le spese relative all'esecuzione di un incarico professionale sostenute direttamente dal committente non costituiscono compensi in natura per il professionista: in questo modo diventano integralmente deducibili.

Un capitolo importante viene dedicato agli appalti. Le Pa, in generale, vengono invitate a promuovere la partecipazione dei lavoratori autonomi al mercato pubblico, soprattutto mettendogli a disposizione informazioni sulle gare. Accanto a questo, viene ribadito un principio importante in materia di fondi europei: gli autonomi sono equiparati alle piccole e medie imprese, come già affermato da Bruxelles negli anni scorsi. I professionisti potranno, poi, accedere ai bandi costituendo reti di imprese, consorzi stabili e associazioni temporanee. Sul fronte del welfare, alcune innovazioni pesanti sono affidate a una delega, da esercitare entro dodici mesi, che consente alle casse professionali di attivare, oltre a prestazioni complementari di tipo previdenziale e socio-sanitario, anche altre prestazioni sociali, «con particolare riferimento agli iscritti che abbiano subìto una significativa riduzione del reddito professionale per ragioni non dipendenti dalla propria volontà o che siano stati colpiti da gravi patologie». Si amplia, insomma, il perimetro del welfare delle casse professionali.

C'è, infine, un articolo che attiva il principio di sussidiarietà, sul quale il Consiglio nazionale degli ingegneri sta dando battaglia ormai da anni. Entro dodici mesi il Governo dovrà adottare una norma che individui gli atti delle amministrazioni pubbliche che possono essere rimessi anche alle professioni organizzate in ordini o collegi, «in relazione al carattere di terzietà di queste». In sostanza, per deflazionare gli arretrati della pubblica amministrazione saranno chiamati in causa i professionisti. Anche se resta da capire entro quale perimetro.

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