Fisco e contabilità

Sicurezza/2. Allarme degli edili: cento morti da inizio anno, dito puntato sui voucher

di Giorgio Pogliotti

I sindacati degli edili hanno lanciato l’allarme sulla sicurezza con la giornata di scioperi e assemblee che si sono svolte ieri in centinaia di cantieri. Nel 2015 l’Inail ha certificato 694 morti sul lavoro, il 22,5% nel settore dell’edilizia; i sindacati denunciano che al 1° novembre 2016 i morti nelle costruzioni sono 100 (erano 83 lo stesso periodo del 2015). Il fenomeno sta colpendo le fasce d’età più avanzate; tra i 55 e i 60 anni al 1° novembre sono deceduti 19 edili (12 in tutto il 2015), 24 gli over 60 (15 in tutto il 2015).

Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil puntano l’indice contro l’impiego dei voucher in edilizia, il ricorso al massimo ribasso negli appalti che comporta un risparmio su salari e sulla sicurezza, l’enorme ricorso ai sub-appalti, l’accettazione - in alcuni casi anche da parte del committente pubblico - di contratti collettivi non edili nei cantieri, con la conseguenza che questi lavoratori non sono iscritti alla cassa edile, sono privi di formazione sulla sicurezza, sull’organizzazione del cantiere, o di strumenti di protezione. La piattaforma unitaria dei sindacati sottolinea il depotenziamento del documento unico di regolarità contributiva, insieme alla mancata estensione del Durc per congruità a tutti gli appalti, e la presenza di migliaia di over 60 «condannati» a rimanere sulle impalcature dalla legge Fornero.

Con la legge di Bilancio l’uscita anticipata torna all’ordine del giorno, e l’obiettivo degli edili di Cgil, Cisl e Uil è quello di ottenere modifiche nell’iter parlamentare al meccanismo dell’Anticipo pensionistico (Ape) sociale, che garantisce dal 1° maggio 2017 il pensionamento a 63 anni per determinate categorie di lavoratori considerati maggiormente bisognosi di sostegno sociale, attraverso l’erogazione di un’indennità ponte. «Il governo ha sempre detto che era sbagliato che un operaio edile potesse stare su un impalcatura o alla guida di una gru a 63 o 65 anni - sottolinea Alessandro Genovesi, leader della Fillea-Cgil -. Anche noi lo abbiamo detto da sempre, ma l'Ape sociale suona come una beffa». Gli operai edili e i conduttori di gru sono tra le categorie che, svolgendo lavori particolarmente rischiosi, potranno accedere all’anticipo pensionistico sociale se sono in possesso di una anzianità contributiva di almeno 36 mesi, con almeno 6 anni svolti in via continuativa. «Quasi nessun edile può vantare queste condizioni - aggiunge Genovesi -, solo alcune centinaia di dipendenti delle grandi aziende. Il lavoro degli edili è per definizione discontinuo, per motivi climatici i mesi di cantiere vanno da marzo a ottobre, e si alternano a mesi di non lavoro». Per rendere esigibile l’Ape sociale, i sindacati chiedono due modifiche: «I 36 anni di contributi vanno ridotti, portati a 20 anni come previsto in origine del governo o al massimo a 30 anni, come previsto per altre categorie come i disoccupati. Stimiamo un costo tra 18 e 25 milioni, compatibile rispetto all’entità della manovra. Va anche tolto il riferimento ai 6 anni di continuità del lavoro».

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