Fisco e contabilità

Aniem Confimi: le nuove regole sulla cassa integrazione collegata al maltempo ennesimo tranello per l'edilzia

di Giuseppe Latour

Maledetti bollettini meteo. Le nuove regole sulla cassa integrazione collegata al maltempo si stanno rivelando come l'ennesimo tranello per l'edilizia. La denuncia arriva da Aniem Confimi e prende le mosse dal decreto del ministero del Lavoro n. 95442 del 15 aprile scorso. Qui sono state riscritte le regole sulla concessione degli ammortizzatori sociali in costanza del rapporto di lavoro. E, tra i vari cambiamenti, una piccola ma velenosa modifica, regolata dall'articolo 6, si sta rivelando particolarmente indigesta, perché sembra destinata a gravare le aziende di nuovi (e indesiderati) oneri.

In base alla legge, l'impresa al momento della richiesta all'Inps deve documentare in maniera dettagliata, tramite una relazione tecnica, le ragioni che hanno portato all'interruzione del lavoro e all'esigenza di ottenere il beneficio della cassa integrazione. Questo vale anche per il blocco dei cantieri a causa delle condizioni meteo. Con un'aggiunta: la relazione tecnica dovrà documentare l'evento meteorologico e illustrare l'attività e la fase lavorativa in atto al verificarsi dell'evento, partendo dai bollettini meteo "rilasciati da organismi accreditati".

Il problema è che, fino a qualche mese fa, le cose andavano diversamente. Ne parla Federico Ruta, direttore generale di Aniem Confimi: «Le nuove disposizioni, o almeno la loro concreta applicazione, impongono all'impresa di allegare all'istanza di richiesta della integrazione salariale una relazione tecnica alla quale vanno allegati i bollettini meteo rilasciati da organismi accreditati che attestino le condizioni atmosferiche del Comune dove è attivo il cantiere. Bollettini meteo, che prima del decreto ministeriale in questione, erano rilasciati direttamente dall'Inps». Le imprese, in sostanza, hanno incamerato un compito che apparteneva alla Pa.

«Ancora una volta, quindi, – continua Ruta – si scaricano sul sistema imprenditoriale altri oneri, altra burocrazia, altre complicazioni». Al ministero è già arrivata la richiesta di tornare al passato, ripristinando il vecchio regime. Nel frattempo, però, le imprese dovranno applicare le nuove norme.

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