Fisco e contabilità

Manovra, Ape social anche per i lavoratori edili: in pensione a 63 anni

di Giuseppe Latour

Edili in pensione a 63 anni. Potendo contare su un "reddito ponte" che gli permetterà di abbandonare i cantieri prima dei 66 anni e 7 mesi attualmente previsti per la pensione di vecchiaia. Sganciandosi anche dalla tagliola dell'aumento dell'età minima, con il crescere dell'aspettativa di vita. È questo il senso dell'Ape social, la misura, inserita nell'ultima bozza della legge di Bilancio, che conferma una novità che il settore aspettava da tempo: un ritocco, per adesso sperimentale, dei tempi di abbandono del lavoro.

La sperimentazione, secondo il testo, scatta dal primo maggio del 2017 e arriverà per adesso fino al 31 dicembre del 2018. Al compimento "del requisito anagrafico dei 63 anni", è riconosciuta ad alcune categorie "un'indennità per una durata non superiore al periodo intercorrente tra la data di accesso al beneficio e il conseguimento dell'età anagrafica per l'accesso al trattamento pensionistico di vecchiaia". In sostanza, in attesa di maturare i requisiti minimi, gli operai abbandoneranno il cantiere e potranno accedere all'Ape.

Dovranno, però, rispettare una serie di requisiti. Nello specifico, dovranno avere alle spalle almeno sei anni di cantiere "in via continuativa" ed essere in possesso di un'anzianità contributiva di almeno 36 anni. L'edilizia, in altre parole, viene inclusa tra le attività lavorative "per le quali è richiesto un impegno tale da rendere particolarmente difficoltoso e rischioso il loro svolgimento in modo continuativo". La concessione dell'indennità andrà di pari passo alla cessazione dell'attività lavorativa e non spetterà "a coloro che sono già titolari di un trattamento pensionistico diretto".

L'indennità, che è compatibile con la percezione di redditi da lavoro entro 8mila euro, sarà erogata mensilmente su dodici rate nel corso dell'anno e sarà pari "all'importo della rata mensile della pensione calcolata al momento dell'accesso alla prestazione". E' con questo meccanismo che, a conti fatti, si produce l'anticipo pensionistico. L'assegno, comunque, non potrà superare il massimo mensile di 1.500 euro lordi e non sarà soggetto ad alcuna rivalutazione collegata all'incremento del costo della vita. Il trattamento non è compatibile con altre forme di sostegno al reddito, come l'assegno di disoccupazione "Asdi". Altra ipotesi di decadenza, infine, è il "raggiungimento dei requisiti per il pensionamento anticipato".

L'allegato alla legge di Bilancio illustra, con un elenco che comprende undici tipologie di impiego, le categorie che accedono al bonus. Ci sono, legati alle costruzioni, gli operai dell'edilizia e della manutenzione degli edifici, i conduttori di gru e di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni. Dai sindacati arrivano reazioni positive. "Siamo soddisfatti – spiega Stefano Macale, segretario nazionale Filca Cisl -, perché vengono confermati gli elementi principali previsti nell'accordo siglato con il Governo. Soprattutto, è importante il fatto che il riferimento ai 63 anni slega l'edilizia dall'aumento dell'età pensionabile al crescere dell'aspettativa di vita". Gli accantonamenti per tutte le categorie partono da 300 milioni nel 2017 e vanno avanti fino al 2023. Se, però, dal monitoraggio del Governo emergeranno spese più elevate, sarà possibile bloccare il numero di accessi all'indennità.

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