Fisco e contabilità

Inps: cresce anche nei cantieri il fenomeno voucher. Pagati in «titoli» 32mila lavoratori

di Giuseppe Latour

Circa 14mila imprese che hanno rilasciato 2,1 milioni di titoli a beneficio di 32mila lavoratori. Messe da parte ipotesi e stime, circolate a più riprese negli ultimi mesi, l'Inps nella sua relazione annuale dà una quantificazione precisa del fenomeno dei voucher nel settore delle costruzioni. La realtà dei numeri, allora, dice che quella dei buoni lavoro è una tendenza in ascesa molto forte, tanto che lo stesso Istituto cita l'edilizia tra i settori da tenere sotto controllo. Ma, allo stesso tempo, evidenzia che altri comparti, come la ristorazione o il commercio, hanno un problema molto più grande e sfondano entrambi il tetto dei dieci milioni di titoli emessi nel corso dell'anno. A completare il quadro ci sono i numeri sulle assunzioni che hanno beneficiato del bonus triennale sui contributi: in edilizia sono state ben 173mila su un totale di circa 1,5 milioni in tutti i settori.

L'Inps, all'inizio del capitolo dedicato ai voucher, spiega in maniera dettagliata qual è stata l'evoluzione di questo strumento. I buoni lavoro «sono stati introdotti nel 2003 dal decreto legislativo n. 276 per regolare le attività lavorative di tipo accessorio e di natura meramente occasionale». Il sistema, però, è rimasto inapplicato fino al 2008, quando un decreto del ministero del Lavoro ha messo in moto una fase di sperimentazione nel settore delle vendemmie. Da quel momento è iniziata una inesorabile ascesa. I voucher venduti, a partire dal mese di agosto, alla fine del 2008 risultavano circa mezzo milione. Nel 2011 i voucher venduti sono stati 15 milioni, nel 2015 hanno raggiunto i 115 milioni. «Alla base di questo boom – conclude l'Istituto - c'è una lunga serie di interventi normativi che hanno progressivamente ampliato sia le categorie di prestatori di lavoro accessorio sia gli ambiti di attività remunerabili tramite i voucher, fino alla liberalizzazione del 2012».

Nel 2015 sono stati utilizzati circa 88 milioni di buoni lavoro (non tutti i voucher venduti vengono, infatti, necessariamente utilizzati subito). I dati dell'Inps, però, consentono di verificare in che modo questi voucher sono stati distribuiti tra i diversi settori. Il pezzo più rilevante di questo sistema è rappresentato dalle aziende dell'industria e del terziario: quelle che hanno impiegato prestatori di lavoro accessorio sono state circa 246mila. In questo insieme, il tassello più importante riguarda il settore alberghiero e della ristorazione (75mila imprese), mentre sono 53mila quelle del commercio.

Molto rilevanti anche i numeri delle costruzioni: in questo comparto, come spiega l'Inps, «quasi 14 mila aziende hanno utilizzato lavoro accessorio». Per l'esattezza, si tratta di 13.813 committenti, che hanno pagato con questo strumento più di 32mila lavoratori, con l'emissione complessiva di 2,1 milioni di titoli. Ogni lavoratore ha incassato mediamente 67 voucher, pari a 670 euro di importo, mentre ogni committente ha emesso pagamento medi per un totale di 1.560 euro su base annua.

Numeri preoccupanti che, però, vengono riequilibrati da un altro dato: le costruzioni sono tra i settori che hanno contribuito maggiormente al dato totale degli 1,5 milioni di contratti a tempo indeterminato stipulati nel 2015 con esonero contributivo triennale. Nell'edilizia su 327mila rapporti di lavoro potenzialmente interessati allo sgravio, tra nuove assunzioni e trasformazioni a tempo indeterminato di rapporti esistenti, sono ben 173mila quelli che sono stati conclusi beneficiando del bonus triennale, con circa 73mila imprese interessate.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©