Fisco e contabilità

Contratto nazionale edili: al via la trattativa per il rinnovo, testo già recapitato alle controparti

di Giuseppe Latour

La trattativa per il rinnovo del contratto nazionale dell'edilizia è ufficialmente partita. Le tre sigle del comparto (Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil) hanno appena ratificato a Roma, tramite la loro assemblea nazionale di quadri e delegati, la piattaforma che costituirà la base per arrivare a una sottoscrizione del nuovo Ccnl nazionale: il testo è stato già recapitato alle controparti. Tre gli elementi più qualificanti della proposta: contrasto all'irregolarità, con lo stop ai voucher e la limitazione del lavoro autonomo, unificazione dei diversi Ccnl di settore, in vista del nuovo contratto di cantiere, e aumento salariale di 106 euro al parametro più basso.

In meno di due settimane sono state consultate 2.600 assemblee e oltre 40mila lavoratori, con il 92,5% di sì sulla piattaforma. "Delle 2.600 assemblee circa il 34% è stato realizzato all'interno di posti di lavoro, il 66% a livello territoriale. Dei 40.324 lavoratori consultati, 37.289 si sono espressi a favore della piattaforma (92,5%), 831 i contrari (circa il 2%), 2.204 gli astenuti (5,5%)", spiegano in dettaglio i segretari nazionali di Feneal, Filca e Fillea Emilio Correale, Stefano Macale e Dario Boni. Che proseguono: "La consultazione ci consegna non solo la condivisione della piattaforma unitaria e la conferma del nostro forte radicamento tra i lavoratori, ma anche lo stato d'animo diffuso tra la nostra gente. A partire dalla grande preoccupazione per l'occupazione che manca, per l'aumento del lavoro nero, grigio e per le conseguenze nefaste dell'utilizzo dei voucher".

Nel merito la proposta delle tre sigle affronta, anzitutto, la questione della contrattazione. E si muove su due livelli. Il primo obiettivo è quello di sottoscrivere un unico contratto del comparto edile, mettendo quindi sullo stesso piano tutte le controparti datoriali, dalle imprese alle cooperative, passando per gli artigiani e le Pmi. Da cinque contratti nazionali si passerà a un solo accordo. Si tratta di un primo passaggio che guarda, in prospettiva, a un obiettivo più ambizioso: la sottoscrizione di un contratto unico di cantiere, che porti a evitare l'utilizzo di Ccnl diversi e più convenienti, come quello dei metalmeccanici o dell'agricoltura.

Dal lato del mercato del lavoro, l'emergenza ha un nome: voucher. I buoni lavoro, nati per aumentare la regolarità in alcuni settori come quello dei lavori domestici, hanno assunto una funzione distorta nelle costruzioni, dove sono sempre più utilizzati. Per questo, il loro utilizzo andrà vietato in maniera assoluta. Allo stesso modo, bisognerà rimettere mano al tetto massimo dei contratti a termine (dal 40 al 25% del totale) e aggiornare le regole sull'apprendistato, per favorire l'ingresso di giovani nel settore. Più tecniche, ma altrettanto strategiche, altre due questioni legate al mercato del lavoro: la revisione della classificazione dei lavoratori, per rimodulare gli inquadramenti e le mansioni, e una nuova disciplina per i lavoratori autonomi, da regolamentare e includere nelle casse edili, per far emergere le situazioni di irregolarità e i fenomeni di sfruttamento.

Un obiettivo simile viene affidato al Durc per congruità. Sul punto l'articolo 105 comma 16 del Codice appalti prevede che, per contrastare il fenomeno del lavoro sommerso, il documento unico di regolarità contributiva nei subappalti sia comprensivo della verifica della congruità dell'incidenza della manodopera relativa allo specifico contratto. Questa congruità deve essere verificata dalla Cassa edile in base all'accordo assunto tra le parti sociali che firmano il contratto collettivo: quindi, il prossimo Ccnl dovrà prevedere un capitolo specifico dedicato proprio a questo elemento.

Infine, la parte salariale: la richiesta di aumento è pari a 106 euro al parametro 100. Si tratta di un'ipotesi piuttosto onerosa per le imprese, dal momento che l'ultimo accordo, sottoscritto a luglio del 2014, aveva previsto allo stesso parametro un incremento salariale pari a 40 euro. A questi soldi andranno sommati (come era stato nel 2014) altri 8 euro di aumento della contribuzione a carico dell'impresa per la previdenza complementare: è esattamente lo stesso importo che era stato previsto nell'ambito dell'accordo di due anni fa. Rispetto al Ccnl del 2014, insomma, la questione economica avrà un peso maggiore. Anche perché ci saranno da recuperare gli scarsi risultati ottenuti con la contrattazione di secondo livello.

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