Fisco e contabilità

Contratto di cantiere? Gli impiantisti non ci stanno: «Legittimità di trattamenti diversi consolidata, anche per i giudici»

di G.La.

Gli impiantisti non ci stanno. E bocciano la proposta di istituire il contratto di cantiere. È questo il senso della dura presa di posizione con la quale Carmine Battipaglia, presidente della Cna impianti, commenta l'ipotesi in base alla quale tutti gli operatori che lavorano alla realizzazione di un edificio potrebbero finire sotto l'ombrello di un unico trattamento normativo ed economico. Il rimescolamento del mercato, a favore delle imprese più tecnologiche (oggi gli impiantisti pesano per il 34% sul totale delle costruzioni), non può essere utilizzato come pretesto per ampliare di fatto il raggio d'azione del Ccnl degli edili.

La nota della Cna impianti parte dalla constatazione che la profonda crisi dell'edilizia ha «negli ultimi anni provocato la perdita di quasi 800mila posti di lavoro ed un drastico calo dei lavoratori iscritti alle Casse edili». Sono dati preoccupanti, sui quali riflettere. Questo stato di cose, però, non può essere ricollegato a questioni di carattere sindacale. «Che si cerchi di porre rimedio a questa situazione adducendo, quale causa principale, il fatto che in cantiere si applichino contratti low cost a scapito del Ccnl edile è invece francamente pretestuoso».

Il riferimento è alla proposta, avanzata a più riprese soprattutto da parte sindacale, di riformare il sistema attuale, che prevede l'uso di più contratti all'interno del cantiere, con l'applicazione di condizioni differenziate per le diverse tipologie di operatori. Una questione che l'associazione artigiana riassume così. «Costando il Ccnl edile molto di più degli altri, le imprese, furbescamente, imboccherebbero scorciatoie contrattuali applicando contratti diversi a lavoratori che fanno mansioni simili. Un esempio? L'applicazione del contratto dei metalmeccanici a chi fa gli impianti».

Questa impostazione, però, per Carmine Battipaglia non è sostenibile: «È dal lontano 1976 che ai lavoratori delle imprese impiantistiche artigiane viene applicato il Ccnl meccanica e non ho notizia di lavoratori che vogliano passare a quello edile, né di imprenditori che chiedano l'equiparazione tra i due contratti». È decisamente fuori luogo, inoltre, «parlare di una anagrafe di tutti quelli che, anche se sotto contratti diversi, operano in cantiere e subordinare l'inserimento dei lavoratori in questa non meglio identificata anagrafe all'obbligo di iscrizione in Cassa edile. È piuttosto singolare che queste problematiche vengano pretestuosamente sollevate proprio in un momento in cui le casse edili perdono lavoratori iscritti e, di conseguenza, risorse economiche».

In altre parole, l'ipotesi di creare un contratto di cantiere sarebbe un modo per rianimare le Casse edili, allargando la base dei potenziali iscritti. Oltretutto, «la legittimità dell'applicazione del Ccnl meccanica alle imprese impiantistiche che operano all'interno di cantieri edili è ufficialmente riconosciuta dalla giurisprudenza ed anche dalle risposte che il ministero del Lavoro ha da tempo dato a diversi interpelli sull'argomento». L'esistenza di contratti diversi, insomma, è una caratteristica consolidata del mercato e non può essere interpretata come una forma di dumping contrattuale.

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