Fisco e contabilità

Professionisti, arriva lo sportello on line per districarsi nella giungla dei fondi Ue

di Benedetta Pacelli

Uno sportello online per aiutare i professionisti a districarsi nella giungla normativa dei fondi europei. In attesa della firma del protocollo Mise-Regioni, finalizzato appunto a snellire le procedure burocratiche sulla materia, arriva una nuova iniziativa: uno sportello informatico voluto dal Comitato unitario delle professioni che, dal mese di marzo, che offrirà due volte alla settimana un supporto ai singoli professionisti sulle procedure necessarie per attingere ai fondi comunitari.

Ad annunciarlo il presidente del Cup Marina Calderone davanti a una platea di professionisti e presidenti di ordini intervenuti, ieri, a Roma in una giornata di incontro e confronto sul tema della formazione continua, a tre anni dall’entrata in vigore per legge dell’obbligo (Dpr 137/12).

Dunque la partita sui fondi europei per le professioni si giocherà ora anche con questo nuovo strumento che in qualche modo cerca di arrivare laddove non sono riuscite le autonomie regionali. I fondi strutturali (o indiretti) europei, infatti, sono tradizionalmente indetti dalle singole regioni sulla base dei risultati dei tavoli di partenariato ai quali vengono invitate le parti sociali per raccoglierne le esigenze. Il punto è che, seppure la normativa abbia ormai equiparato le professioni alle pmi, poche regioni hanno emanato bandi a loro direttamente riservati o ad averli inclusi tra i beneficiari.

A tentare di sanare la situazione ci provò a luglio un protocollo voluto dall’allora sottosegretario allo sviluppo economico Simona Vicari, da siglare con le regioni (ma mai attuato), finalizzato a eliminare, o per lo meno ridurre, gli ostacoli burocratici che limitano l’attività economica dei professionisti. «Manca la firma dell’accordo con le Regioni», ha spiegato ieri il sottosegretario Vicari, da pochi giorni alle infrastrutture, «affinché all’interno dei propri bandi per i fondi strutturali europei sulla formazione possano essere inseriti i professionisti». Nel frattempo, però, ci penserà il Cup ad assisterli.

Ma non solo fondi Ue, perché la giornata di ieri è stata l’occasione per presentare il Protocollo a cinque in materia di formazione continua che i Consigli nazionali di avvocati, commercialisti, consulenti del lavoro, giornalisti e notai sigleranno nelle prossime settimane.

L’obiettivo? Garantire una formazione dagli standard qualitativi sempre più elevati, armonizzarne le prassi tra le diverse categorie e, grazie al mutuo riconoscimento dei crediti, consentito dalla stessa legge che ha reso la formazione continua un obbligo di legge e non più solo deontologico, far sì che ogni iscritto possa seguire un corso di formazione nell’ordine territoriale di una qualsiasi delle cinque categorie. Un’iniziativa, che per il sottosegretario alla giustizia Cosimo Ferri, «rappresenta un punto di partenza importante su cui lavorare per un futuro regolamento che possa armonizzare le differenze tra professioni».

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