Fisco e contabilità

Professionisti, un ingegnere su tre non ha ancora sottoscritto una polizza (obbligatoria)

di G.La.

Un ingegnere su tre non ha ancora la polizza. L'assicurazione professionale è entrata ormai da due anni e mezzo nelle abitudini delle partite Iva di tutta Italia. E, dopo tutto questo tempo, il feeling tra questo adempimento e i lavoratori autonomi non è mai pienamente scattato. Così, il Consiglio nazionale degli ingegneri sta studiando il varo di una propria polizza in convenzione per tutti i suoi iscritti. Per sondare il terreno e fare una mappatura della situazione, ha intervistato migliaia di professionisti in tutto il paese. Ne emerge il quadro di un mercato ancora molto immaturo: in tanti non conoscono lo strumento o non lo apprezzano. E, comunque, quasi tutti puntano solo a un risultato: pagare meno di quanto fanno adesso, al massimo la metà. Senza guardare ai contenuti reali delle coperture.

La sottoscrizione di una polizza assicurativa è un obbligo per oltre 100mila ingegneri che esercitano la libera professione, a partire dal mese di agosto del 2013. Per capire come si sono comportati i professionisti in questi anni, il Centro studi del Cni ha appena completato un'analisi, nella quale ha fatto verifiche a campione tra le partite Iva di tutto il paese. Ai questionari hanno risposto oltre 7mila professionisti. In generale, viene fuori che l'obbligo «tutela da rischi legati all'attività lavorativa», ma allo stesso tempo «viene percepito come uno dei tanti oneri eccessivi da sostenere, con scarsi ritorni in termini di utilità».

Il mercato delle polizze per responsabilità civile professionale, insomma, presenta una serie di problemi. Il prezzo dei premi, anzitutto, è percepito da una parte consistente di liberi professionisti come elevato, specie in una fase di crisi come quella attuale. Solo un terzo dei liberi professionisti ritiene che il premio sia adeguato al servizio complessivo. A questo, si aggiunge il fatto che «per la maggior parte degli ingegneri le clausole contrattuali sono poco chiare» e che «la capacità dell'assicuratore di personalizzare il contratto è scarsa». Solo una sparuta minoranza (meno del 20%) conosce i dettagli della propria polizza.

Sono pochi coloro che considerano la polizza realmente utile: solo il 17% degli intervistati. Il 50%, addirittura, dà un giudizio fortemente negativo. E questo si traduce in numeri di coperture davvero bassi. Dall'indagine è emerso che il 33% dei liberi professionisti non ha sottoscritto una polizza, per motivi legati al costo o perché ritengono di non averne bisogno per la propria attività.

Chi sottoscrive un contratto si fa guidare soprattutto da due fattori: il prezzo e la tipologia di rischi coperti dall'assicurazione. Solo in maniera residuale si guarda alla compagnia con la quale si sottoscrive il contratto. I costi, comunque, sono l'elemento discriminante. "Ogni strategia di penetrazione del mercato e di promozione della polizza deve tenere conto di politiche di pricing (di definizione del prezzo) opportunamente studiate", spiega la ricerca. Ovviamente, i problemi di prezzo riguardano soprattutto i più giovani.
In questo quadro, si potrebbe inserire bene la proposta di una polizza a costo limitato promossa dal Cni a livello nazionale. L'86% degli intervistati si è dichiarato favorevole e solo il 14% contrario. «Il premio atteso, ovvero il premio ritenuto particolarmente conveniente sarebbe, secondo le stime effettuate tramite la rilevazione, circa la metà di ciò che viene attualmente pagato». Al momento, siamo intorno al 4% circa del volume d'affari annuo degli ingegneri, una cifra considerevole.

Infine, l'ultima parte dello studio è dedicata alla domanda di polizze per responsabilità professionale da parte degli ingegneri che, pur iscritti all'albo, operano in via esclusiva come lavoratori dipendenti. In questo caso, la polizza per responsabilità civile professionale può avere un senso perché molti ingegneri sono chiamati a svolgere mansioni che, nei fatti, prevedono responsabilità di tipo professionale. In questi casi, ciò che colpisce è che molti degli intervistati non sanno se il datore di lavoro mette a disposizione questo tipo di polizza.

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