Fisco e contabilità

Professionisti, al via il nuovo regime dei minimi: ecco quando e quanto si guadagna

di Giuseppe Latour

Il nuovo regime forfettario per i piccoli studi in fase di avviamento con aliquota al 5% batte il vecchio regime dei minimi. Dal primo gennaio è entrato in vigore il nuovo sistema di tassazione agevolata dei professionisti, avviato dalla legge di Stabilità 2016. L'operazione, chiesta da tempo da diverse categorie, è stata anzitutto una maxi riorganizzazione: adesso c'è solo un'alternativa al sistema ordinario per il pagamento di Irpef e Irap. Con la messa a sistema delle nuove regole, arrivano anche le prime simulazioni. Che danno soprattutto una buona notizia: il nuovo regime, nella versione alleggerita per i piccoli studi in fase di start up, è parecchio competitivo e batte anche il vecchio regime dei minimi. Mentre nella versione con aliquota al 15% ci sarà da fare qualche conto in più.

La legge di Stabilità
Il nuovo sistema, scattato dal primo gennaio scorso, rimette ordine tra i regimi fiscali agevolati a favore dei professionisti. Vanno, così, in pensione i vecchi minimi e arriva il regime forfetario unico di determinazione del reddito. Secondo l'impostazione della legge di Stabilità 2015, che aveva generato grandi polemiche, la partita Iva veniva assoggettata per il pagamento di Irpef e Irap a un'aliquota del 15%; adesso questo carico viene abbattuto fino al 5 per cento per i piccoli studi appena aperti. Questo sgravio vale per i primi cinque anni, a prescindere dall'età anagrafica dei titolari di partita Iva. Vengono anche aumentate le soglie dei ricavi che possono accedere al regime, allargando il perimetro di applicabilità: si passa da un tetto di 15mila a 30mila euro. Da registrare che i professionisti, tra le varie categorie interessate dalle variazioni del tetto, sono quella che ha beneficiato dell'aumento maggiore, visto che tutti gli altri si sono dovuti accontentare di 10mila euro in più.

Il destino dei vecchi regimi
Una prima precisazione da fare riguarda il destino dei vecchi regimi fiscali. Questi, secondo l'interpretazione prevalente, potranno arrivare a naturale scadenza. La regola vale sia per i contribuenti che hanno scelto il regime di vantaggio dei minimi, che potrà durare cinque anni o fino al compimento del 35esimo anno di età. Ma anche per coloro che hanno scelto il regime di vantaggio iniziando l'attività nel 2015. Per chi, invece, opera la scelta quest'anno ci sono solo due alternative: il regime ordinario o quello forfettario, con applicazione dell'aliquota al 15 o al 5%, a seconda dell'anzianità dell'attività che si sta conducendo.

Le simulazioni
Fatte queste premesse, è possibile guardare qualche simulazione per capire quali saranno gli effetti del nuovo regime. In linea generale, la prima considerazione è che il regime con aliquota al 15% offre vantaggi relativi alle partite Iva: confrontato con il vecchio regime dei minimi non è assolutamente competitivo. Bisognerà considerare caso per caso se la tassazione che si prospetta usando le regole ordinarie è paragonabile a quella del regime agevolato, alla luce della deducibilità dei costi. Per un reddito di 30mila euro, ad esempio, considerando anche il versamento dei contributi Inarcassa, il carico fiscale sarà di 3.168 euro, quasi 2mila euro più di quanto dovuto con il vecchio regime dei minimi. Con fatturato di 22.500, si arriva a una tassazione di 2.290 euro (contro 953 del vecchio sistema). Insomma, la forbice è molto ampia.

Il confronto con i vecchi minimi
A questa cattiva notizia, però, se ne accompagna una ottima. Il regime di vantaggio del 5%, utilizzabile per cinque anni a prescindere dall'età anagrafica, risulta fortemente competitivo. Con un reddito da 5mila euro si pagano appena 81 euro di tasse. Salendo a 10mila euro il carico arriva a 276 euro. Per chi fattura 30mila euro i pagamenti superano di poco i mille euro. Sono numeri interessanti, se paragonati con il regime alternativo al 15%, ma anche se li confrontiamo con il vecchio regime dei minimi. In questo caso, se consideriamo simulazioni nelle quali non vengono dedotti costi relativi all'attività professionale, il nuovo regime di vantaggio risulta sempre più conveniente. Il vecchio regime inizia a convenire con almeno 2mila euro all'anno di costi deducibili.

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