Urbanistica

Città: apre il cantiere Bologna per rifare tram, stadio e fiera

di Ilaria Vesentini

Il Comune ha approvato un bilancio da 1 miliardo, che triplica gli investimenti
Per il Dall'Ara restyling da 70 milioni, arrivano quattro linee tramviarie
L'espansione a nord del quartiere fieristico, con il nuovo palazzetto per lo sport (casa Virtus), poco distante la costruzione del grande parco hi-tech del Tecnopolo e del Data center del centro meteo europeo. La partenza della nuova navetta sopraelevata People Mover che collegherà in sette minuti e mezzo i treni e gli aerei, con la stazione ferroviaria in fase di chiusura dei cantieri che hanno creato la prima piattaforma AV sotterranea d'Italia e l'aeroporto Marconi pronto ad affrontare un piano di ampliamento da 200 milioni. La nuova autostazione per i bus, già oggi la prima in Italia per traffico. Il progetto finanziato con mezzo miliardo per ripristinare il tram in città e quello da oltre 700 milioni per dare il via, dopo trent'anni di discussioni, al passante tra tangenziale e autostrada.

Il piano del Comune
Bologna è al centro di interventi che ne stanno radicalmente cambiando pelle. Merito anche della continuità politica garantita dalla riconferma per due mandati del primo cittadino, Virginio Merola, «ma soprattutto del fatto che abbiamo lavorato insieme, nessuno ha fatto il fenomeno, ognuno ha messo le proprie competenze a servizio della comunità», rimarca il sindaco, la cui Giunta ha da poco approvato un bilancio 2020 da un miliardo di euro che triplica gli investimenti, non aumenta né tasse né tariffe, taglia le rette di nidi e mense scolastiche e nel contempo riduce il debito, che scenderà ulteriormente dagli 89,3 milioni del 2018 a meno di 70 milioni del 2022.

La città metropolitana
«Siamo sempre più una città metropolitana, ma questo non si traduce in una espansione, perché non occupiamo un ettaro di nuovi terreni – sottolinea Merola – bensì recuperiamo gli spazi dismessi salvaguardando aree verdi come i Prati di Caprara». Un discorso che torna quando si alzano gli occhi alla nuova monorotaia sopraelevata People Mover o quando si viaggia con l'alta velocità nella stazione sotterranea nuova di zecca, ma che stona quando si discute della crescita esponenziale dell'aeroporto Marconi, arrivato quest'anno a trasportare 9 milioni di passeggeri (erano 3 milioni nel 1999): c'è un piano già approvato di 200 milioni di euro di investimenti in cinque anni tra ampliamento del terminal, dei parcheggi per auto e velivoli e una nuova infrastruttura cargo, non senza un sottofondo costante di cori cittadini contro lo scalo per il rumore dei cieli sopra le Due Torri. «È in corso la conferenza dei servizi, i comitati "contro" vanno messi in preventivo, ma Enac è al lavoro per garantire uno sviluppo aeroportuale compatibile con chi vive e dorme nella zona della città sorvolata dagli aerei», precisa il sindaco.

Lo stadio
Consumo zero del suolo anche per il calcio: Bologna ha scelto di valorizzare il vecchio stadio lì dove è da oltre 90 anni, invece di trasferirlo in periferia vicino alle grandi arterie di traffico, preferendo il restyling in uno dei quartieri residenziali più belli del capoluogo, a pochi passi dalle storiche mura. «Stiamo solo aspettando che Joey Saputo valuti le offerte dei privati che in partnership lo costruiranno», aggiunge Merola, che ha stanziato 30 milioni di risorse comunali per il progetto, da sommare ai 40 di Saputo. Sono i tempi biblici per arrivare ai cantieri a smorzare il luccichio di progetti in corso e in divenire a Bologna, che si tratti del rifacimento del Dall'Ara o dell'inaugurazione del People Mover, annunciata per il marzo 2019 e ancora non avvenuta. «Questione di settimane», assicura il primo cittadino. Febbraio 2020 dovrebbe essere il mese clou anche per capire il nuovo volto delle ex caserme bolognesi messo a punto da Cdp e il futuro di polmone verde al pari o più dei Giardini Margherita per l'area orientale dei Prati di Caprara (dove si temeva sarebbe sorto un outlet).

Il masterplan della Fiera
Il 2019 si è chiuso con altre due grosse novità per lo skyline bolognese: il nuovo padiglione multiuso tra ferrovia e autostrada con una arena da 30mila posti (casa Virtus?) disegnati nell'avvenieristico Masterplan della fiera da Mario Cucinella (un piano complessivo da oltre 140 milioni di euro) e il restyling dell'autostazione, «un asset che tutti sottovalutano – fa notare il primo cittadino – perché l'hub degli autobus a lunga percorrenza di fronte ai treni è primo in Italia per efficienza e fa concorrenza all'aeroporto per numero di passeggeri trasportati (8,5 milioni per quasi 230mila corse con una crescita che riguarda sia destinazioni nazionali che internazionali, ndr). Partirà a settimane un concorso di architettura con l'obiettivo di dare il via ai lavori da 5 milioni di euro entro l'anno e chiuderli nel 2023, senza mai interrompere le attività di trasporto.

Il passante
Se nel ventre della città c'è fermento, è però sulla cintura che gli occhi del Paese sono puntati: il via libera del nuovo Governo al Passante di mezzo deve tradursi in un progetto esecutivo e in ruspe, perché è da più di 30 anni che si aspetta una soluzione per sbloccare il traffico nel crocevia-via crucis d'Italia. «Sono in corso le procedure per convocare la Conferenza dei servizi, partirà a breve», conclude Merola. La versione "A evoluta" del Passante tra tangenziale, A13 e A14 che minimizza gli impatti ambientali e territoriali porterà con sé interventi a otto zeri sulla viabilità collegata ancor più agognati dai bolognesi come l'intermedia di Pianura e l'asse Lungo Savena.

Il ritorno del tram
Da Roma sono arrivati in dicembre 509 milioni di euro: serviranno a finanziare la prima linea del tram, la totalità della cifra richiesta dal Comune che coprirà praticamente l'intero costo, per il progetto più premiato dai tecnici del Ministero delle Infrastrutture, ma su cui si stanno accapigliando non solo per finalità elettorali i candidati alle imminenti votazioni regionali ma anche i cittadini bolognesi. «È un traguardo - dichiara il sindaco Virginio Merola - che premia il nostro lavoro e le scelte infrastrutturali di Bologna, la prima città metropolitana italiana ad avere varato il Piano urbano per la mobilità sostenibile e ad avere un progetto interamente finanziato. Si tratta di una grande svolta della mobilità bolognese».

Quattro linee
La svolta è in realtà un ritorno al passato, perché Bologna è stata attraversata dalla rete tranviaria dal 1880 al 1963, anno in cui - sotto l'amata amministrazione Dozza – chiusero con rito solenne le ultime due linee, la n. 6 "Chiesa Nuova" e la n. 13 "San Ruffillo". Sono quattro le linee previste ora da Palazzo d'Accursio. La prima, quella rossa, collegherà la zona di Caab-Fico Eatalyworld a Borgo Panigale, tagliando da ovest a est tutta la città per 16,5 chilometri con trenta fermate. E la novità più rilevante è che la centralissima via Indipendenza, nel tratto tra via dei Mille e via Rizzoli, già oggi a traffico limitato, verrà riservata esclusivamente al tram, ai pedoni e ai ciclisti sette giorni su sette. Il cronoprogramma vorrebbe che i lavori partissero nel 2022 per arrivare all'entrata in esercizio nel 2026. «Quando potremo guardare Bologna dal tram avremo una città migliore», assicura il primo cittadino. «Il tram non è solo un mezzo di trasporto, è un'opera destinata a contribuire a cambiare il volto della città e che ne migliora la qualità della vita. Avremo il 50% in meno di anidride carbonica».

Il tracciato
Le quattro linee dei tram copriranno in tutto 53,3 chilometri di strade bolognesi. Nei tracciati dentro il centro storico non ci saranno cavi aerei (i mezzi saranno alimentati a batteria) e i binari saranno integrati nella rete portante del Trasporto pubblico metropolitano (Tpm) con otto linee del servizio ferroviario, la rete di filobus e le autolinee extraurbane, tutte accessibili con un biglietto/abbonamento unico metropolitano. Progetto distopico, secondo l'opposizione, che ha chiesto un referendum consultivo popolare per dire "no" alla linea rossa del tram a Bologna.
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Ilaria Vesentini

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