Urbanistica

Ponte Genova/3. Relazione Empa: il crollo del Morandi non è stato causato dagli stralli

di M. Cap.

Il nuovo viadotto Polcevera di Genova non avrà stralli, per lasciarsi alle spalle il trauma psicologico causato dal crollo del Ponte Morandi, subito finito sotto accusa proprio perché strallato. Lo ha scritto il commissario per la ricostruzione nel decreto che affida i lavori. Paradossalmente l’atto arriva proprio assieme alla relazione tecnica del laboratorio svizzero Empa con cui i tecnici scelti dalla Procura di Genova “assolvono” gli stralli.

La relazione, arrivata sabato scorso e basata su analisi ancora parziali, evidenzia che i cavi (fili di acciaio che costituiscono il cuore strutturale degli stralli) esaminati avevano una buona resistenza meccanica e che non ci sono segni di rottura fragile. Quindi, se i cavi si sono rotti, è stato a causa del crollo e non viceversa.

Inoltre, in alcuni punti emerge la mancanza di guaine protettive sui cavi, il che li avrebbe esposti maggiormente alla corrosione. Un difetto di costruzione, non visibile per il gestore: il coordinatore dei periti di Autostrade per l’Italia, Giuseppe Mancini (Politecnico di Torino) ricorda che i carotaggi effettuati nel 2016 avevano rilevato la presenza di guaine. Se ne deduce che i controlli su questo aspetto sono stati diligenti e che nonostante questo il vizio è rimasto occulto.

Quanto alla corrosione, Mancini dichiara che il valore medio del 50% della totalità della sezione dei fili lascia ancora «un ampio margine di capacità resistente, tale da non poterne causare la rottura».

Dunque, pare smentita la maggior parte delle ipotesi riportate finore dai media (anche se la perizia svizzera riguarda solo i materiali e non la cinematica del crollo). Ma la possibilità che il crollo fosse dovuto ad altri deficit strutturali era nota. Anche alla commissione ispettiva del ministero delle Infrastrutture, che nella loro relazione hanno indicato come ipotesi più probabile un cedimento degli impalcati.

Su essi, esaminando tutta la documentazione progettuale e manutentiva del ponte, avevano riscontrato potenziali problemi. Il più grave, ammesso anche da alcuni dirigenti Aspi sentiti dalla commissione, è il valore calcolato per il coefficiente di sicurezza delle travi tampone. Aspi risponde che il valore da tenere come riferimento non è quello riportato dal ministero, che si applicherebbe solo alle opere costruite dal 2008. Problemi (legati allo smaltimento delle acque piovane) erano stati evidenziati anche sugli impalcati a cassone; le strutture tecniche Aspi affermano che sono state risolte da lavori tra il 1982 e il 1993.

Tra le ipotesi, non è stata ancora scartata quella di una causa esterna come la caduta di una grossa bobina di acciaio da un camion in transito. Smentite solo quelle legate al maltempo in atto il giorno del crollo.

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