Urbanistica

Alleanza Liguria, Piemonte e Lombardia per portare avanti le infrastrutture del Nordovest

di Raoul de Forcade

Un’alleanza che vede schierate insieme aziende private e istituzioni pubbliche, in particolare le Regioni Liguria, Piemonte e Lombardia per portare avanti le opere infrastrutturali essenziali al futuro del Nordovest e del Paese (in primis Terzo valico e Tav). Ma anche per arrivare ad accedere, con maggiore facilità, ai fondi stanziati dallUe, seguendo progetti messi in comune con cabine di regia snelle.

L’intesa si è concretizzata mercoledì 28 novembre nel corso dell’assemblea pubblica di Confindustria Genova, tenutasi significativamente nello stabilimento di Cornigliano di Ansaldo Energia, la cui sede in Val Polcevera è stata danneggiata dal crollo del viadotto Morandi. E proprio il ponte caduto, hanno quantificato gli industriali genovesi, potrà avere un impatto negativo sul Pil del Nordovest di 784 milioni l’anno.

Il meeting genovese, al quale ha preso parte il numero uno di Confindustria nazionale, Vincenzo Boccia, nonché i presidenti delle territoriali di Genova, Giovanni Mondini, Milano, Carlo Bonomi, e Torino, Dario Gallina, ha reso palese la volontà di portare avanti un’alleanza da parte di tutti i soggetti presenti, compresi i governatori di Liguria e Piemonte, Giovanni Toti e Sergio Chiamparino (assente, per impegni istituzionali, il presidente lombardo, Attilio Fontana). E non è un caso che l’appoggio istituzionale alle esigenze delle imprese sulle infrastrutture sia arrivato immediatamente dalle Regioni, mentre l’atteggiamento del Governo sia stato stigmatizzato dagli industriali. Mondini ha sottolineato come in Italia si stia «ravvisando un crescente clima anti industriale» , nei provvedimenti «recentemente presi dal Governo, siano il decreto dignità o la legge di bilancio». Una considerazione alla quale ha fatto eco quella del leader di Assolombarda Bonomi, il quale ha sbottato: «Tutte le industrie del Nordovest chiedono infrastrutture e invece ci parlano di valutazione costi-benefici. Adesso basta, non lo accettiamo più».

Da parte sua, Boccia ha sottolineato che il tema delle infrastrutture, in cui entra anche il crollo del Morandi, è nazionale. «Per la prima volta nella storia recente - ha detto – 10 associazioni di categorie che rappresentano l’economia e il mondo dei produttori la prossima settimana si riuniscono a Torino, che diventa un simbolo per segnalare l’importanza della dotazione infrastrutturale del Paese. Si parte dai motivi del “sì” alla Tav Lione-Torino, ma si pone una questione nazionale. Torino, come Genova, il ponte Morandi e le altre infrastrutture del Paese non sono questioni locali, ma nazionali». E Gallina ha aggiunto: « Le nostre imprese operano in tutto il mondo e devono essere collegate con l’Europa. In 40mila a Torino (con la marcia “Sì Tav”, ndr) hanno manifestato per la ferrovia Lisbona-Kiev; se a questa aggiungiamo la Genova-Rotterdam , l’Italia può diventare un crocevia europeo e recuperare i 600mila container che oggi vanno nei porti dei Rotterdam e Anversa». Proprio per favorire lo sviluppo delle infrastrutture nel Nordovest, Chiamparino ha lanciato l’idea di costituire «strutture di governance leggere e non amministrative che consentano di fare piani strategici integrati e negoziare con l’Ue e il governo nazionale, per far andare avanti le nostre strategie». Una proposta accolta con favore da Toti («creiamo cabine di regia snelle», ha detto) e dagli imprenditori presenti.

Durante l’assemblea è stato illustrato anche uno studio di Confindustria, università e Cciaa di Genova sugli effetti economici generali del crollo del Morandi, al netto dei danni patrimoniali. «Per ogni anno che passerà fino alla ricostruzione del ponte – dice il report - si calcola una perdita di valore aggiunto delle imprese pari a 178 milioni di euro per le attività portuali e logistiche e pari a 54 milioni per le attività industriali; extracosti per il personale dipendente fino a 68 milioni; impatti economici per i cittadini per 64 milioni sugli spostamenti casa-lavoro; e per 27 milioni conseguenti alla riduzione dei consumi; un impatto indiretto sul Pil di Genova e del Nordovest equivalente a 784 milioni come effetto della crisi derivante dalle attività portuali e logistiche e 117 milioni come effetto sulle attività turistiche». Ieri Boccia ha anche visitato l’Iit e ha detto che « Confindustria troverà il modo di collaborare con l’istituto con vantaggio reciproco e a beneficio del sistema industriale italiano».

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