Urbanistica

Piano periferie, anche l'Ordine Architetti critica lo stop: «Sconcertante sospendere le 96 convenzioni»

di A.A.

Dopo i Comuni, che hanno minacciato ricorsi, anche l'Ordine nazionale Architetti si schiera contro la decisione del Governo e del Parlamento di sospendere per due anni 96 delle 120 convenzioni del Piano Periferie 2017 (fondi per 1,6 miliardi di euro, progetti stimati in 2,7 miliardi). «L'approvazione dell'emendamento 13.2 al decreto Proroghe - dichiara in una nota Giuseppe Cappochin, presidente del Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori - che comporta il congelamento dei fondi del bando per le periferie fino al 2020 per 96 tra città e aree metropolitane, testimonia e conferma la superficialità e improvvisazione con cui vengono affrontati dai decisori politici, a 360 gradi, temi di rilevanza strategica per il futuro del Paese. La decisione è stata a dir poco sconcertante».
«Anche se più volte abbiamo criticato il piano periferie - prosegue Capocchin - in quanto privo di organicità rispetto ad un programma di interventi strutturali indispensabili per competere a livello internazionale con le città in grado di offrire qualità della vita e lavoro e quindi di attrarre investitori, l'emendamento votato nel decreto Milleproroghe è a dir poco sconcertante, in quanto azzera a posteriori, con effetti devastanti risorse anche di cofinanziamento ed impegni già assunti».

Il presidente degli architetti non risparmia critiche all'opposizione: «Letteralmente ridicole appaiono - continua - le giustificazioni delle opposizioni tutte, che dopo aver contribuito con il loro voto favorevole all'unanime approvazione dell'emendamento ( 270 su 270) lo criticano a posteriori».
«È grave poi - prosegue Capocchin - che nel contratto di Governo neanche un paragrafo sia dedicato al tema vitale del futuro delle città, in generale, e delle periferie, in particolare, come pure la mancanza di una organica agenda urbana nazionale». «In Italia - sostiene il presidente dell'Ordine architetti - come testimoniato anche dal piano periferie, si prediligono programmi isolati, con finanziamenti straordinari ed elargiti a pioggia. Servirebbe invece un "Piano d'Azione Nazionale per le città sostenibili" accompagnato a un programma decennale di finanziamento strutturale per la progettazione ed attuazione di interventi che, in forma coerente ed integrata, siano finalizzati ad accrescere la resilienza urbana e territoriale, a tutelare l'ambiente e il paesaggio, a favorire la coesione sociale e a migliorare la qualità abitativa».

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