Urbanistica

Regolamento edilizio, il Piemonte concede altri cinque mesi ai Comuni (e proroga il piano casa a fine 2018)

di M.Fr.

Come previsto, il Piemonte non ce l’ha fatta ad approvare le norme strutturali sugli ampliamenti edilizi - inclusi in una più generale revisione e rilancio delle norme sulla rigenerazione urbana e la sostituzione edilizia, il cui disegno di legge è stato approvato dalla giunta ed è al vaglio del Consiglio - e ha pertanto prorogato le attuali norme del piano casa (legge n.20/2009) per altri sei mesi, spostando la scadenza all 31 dicembre 2018.

«Il Piano Casa - spiega l’assessore all’Urbanistica Alberto Valmaggia - sta perdendo progressivamente la sua efficacia, perché limitato a edifici mono e bifamiliari, per i quali, nei quasi dieci anni di vigenza della legge 20, chi poteva usufruirne l'ha fatto. Un nuovo approccio al riuso e alla rigenerazione urbana, accogliendo la platea dei beneficiari e semplificando l'iter autorizzato, è però necessario per recuperare il patrimonio esistente, efficientandolo a livello energetico, ed evitando nuovo consumo di suolo. Questo l'obiettivo del disegno di legge da poco approvato dalla Giunta regionale, nato per dare nuovo impulso al comparto edilizio in un'ottica di sostenibilità ambientale, e ora al vaglio ora della Commissione consiliare competente».

Il Consiglio regionale ha anche approvato la proroga di cinque mesi del termine entro il quale i comuni devono adeguarsi al regolamento edilizio tipo concordato il 20 ottobre 2016 in conferenza unificata. In Piemonte il termine era fissato al 3 luglio dalla delibera di Consiglio n.247-45858 del 28 novembre 2017. Un termine che però stava stretto agli enti locali, che hanno ottenuto altri 150 giorni. «Questo provvedimento è stato fortemente sollecitato dai Comuni piemontesi», ricorda sempre Valmaggia. «Anche se alcuni Comuni virtuosi - prosegue - hanno già provveduto ad adeguarsi al nuovo regolamento edilizio tipo, si è resa necessaria la proroga dei termini in risposta alle tante richieste che hanno manifestato difficoltà nel far fronte alle attività straordinarie necessarie per l'adeguamento in carenza di sufficienti risorse umane e organizzative». «Il differimento dei termini - assicura comunque l’assessore - non pregiudica gli obiettivi di standardizzazione a livello nazionale, bensì garantisce una più efficace attuazione di quanto disposto dell'intesa».

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