Urbanistica

Milano: periferie recuperate, spazi verdi e sviluppo verticale con il nuovo Pgt 2019

di Paola Dezza

Una città più verticale e con grandi spazi verdi, giovane e dinamica, con periferie recuperate e vivibili. Il nuovo Pgt di Milano (piano di governo del territorio), che entrerà in vigore a inizio 2019, dopo consultazioni con la cittadinanza, in giunta e in consiglio comunale, traccia la fotografia di una città che ha fatto strada ma deve ancora crescere, attirando sempre più capitali privati, molti esteri.

La crescita di Milano, sotto il profilo della popolazione che potrebbe arrivare a circa 1,5 milioni di persone nei prossimi dieci anni, riguarda due fasce di età, quella più anziana e quella dei giovani tra 18-34 anni che entro il 2030 saranno 50mila in più. A dimostrazione dell’importanza dei giovani il ruolo del sistema universitario nei cambiamenti, dall’area Expo dove arriverà la Statale alla riconversione della zona di Città Studi fino ai mutamenti dei singoli quartieri grazie all’arrivo di molti studenti.

«Tre i grandi temi per il futuro – dice Pierfrancesco Maran, assessore all’urbanistica, al verde e all’agricoltura del Comune di Milano -: la crescita per tutte le generazioni, il miglioramento degli 88 quartieri della città, la sostenibilità dell’evoluzione». E su questo filone si inserisce l’attenzione del Pgt al tema affitto, che va incrementato rispetto alla vendita. «Le case da 10mila euro al mq - dice Maran - sono per pochi (una nicchia che riguarda l’8% del totale delle compravendite contro il 3% su scala nazionale, ndr) bisogna pertanto incentivare le locazioni, anche nell’housing sociale e così sarà nel progetto ex Scali».

Maran crede che il mercato immobiliare stia crescendo in città in maniera organica e l’intento del Pgt è agevolare tale crescita e non frenarla. Senza preclusioni quindi per una realtà che vuole salire in altezza, con grattacieli moderni e iconici. Come dimostrano le torri in costruzioni, da Gioia22 alle future due nuove torri a Citylife ancora in via di definizione. «Crescere in altezza significa poter realizzare i nuovi venti parchi da almeno 10mila metri quadri ciascuno» dice.

In centro si lavora al riordino di Piazza Cordusio, con Generali capofila della riqualificazione, in zona fiera il Palazzo delle Scintille potrebbe diventare un centro culturale integrato con i quartieri limitrofi - a breve Citylife dovrebbe svelare il progetto -, nell’area di Melchiorre Gioia, non lontano da Porta Nuova si potrebbe avviare la prima fase della riapertura dei Navigli. Un percorso che potrebbe collegare la martesana con piazza Gae Aulenti. E qui per l’edificio del Comune, per il quale sono terminate le opere di bonifica dall’amianto, si prospetta la vendita.

L’intento secondario è di dare spazio a nuovo prodotto per gli investitori in cerca di immobili da comprare e mettere a reddito. La scarsità di edifici moderni è il tema centrale oggi in un mercato immobiliare che vede molta liquidità in arrivo dall’estero.

«Ci piacerebbe che gli investitori ci seguissero anche fuori dal centro per investire nei complessi produttivi dismessi - spiega l’assessore -. Per questo abbasseremo gli oneri per riqualificare e se il proprietario decidesse di demolire una struttura manterremo la volumetria».

Sul fronte periferie si vogliono riqualificazione aree cruciali con il piano da 350 milioni di euro di investimento da parte del Comune, cifra che deve però trovare anche investimenti privati. «Vogliamo agire sulle piazze lungo il tragitto della linea 90-91, come piazzale Loreto, Maciachini, Lotto, Romolo, Corvetto, e sugli hub capolinea della metro - spiega l’intervistato -. Vogliamo dirottare qui volumetrie direzionali importanti e pertanto abbiamo pensato a incentivi per gli investitori». Un esempio? Piazzale Loreto rivisitato come nodo di congiunzione tra la fine di corso Buenos Aires e viale Monza o via Padova, magari con un’area retail al centro della piazza e raggiungibile a piedi.

Uno dei temi sul tavolo è la riqualificazione degli ex Scali ferroviari. «Per lo Scalo Farini ci sarà una gara a luglio per il masterplan tra studi di architettura in modo da dividere l’area in lotti da assegnare con diversi bandi - commenta l’assessore -. Qui il 65% dell’area sarà parco, nel frattempo vi si trasferirà l’Accademia di Brera. Intorno pensiamo a edifici coerenti con Porta Nuova. Più complessa la riqualificazione dello Scalo di Porta Romana che dovrà dialogare con i dintorni, dalla Fondazione Prada al complesso Symbiosis».

Tra i progetti più attesi quello dell’Arena a Santa Giulia. «Il progetto ci piace e ne stiamo analizzando la variante - conclude -. L’intervento è importante, un’arena da 15-18mila posti, che sia compatibile anche con il tema olimpico». Per l’area nord di Santa Giulia i permessi potrebbero arrivare nella prima parte del 2019.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©