Urbanistica

Periferie, sbloccate le 96 convenzioni della seconda tranche, progetti entro l'8 giugno

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di Alessandro Arona

La Corte dei conti ha registrato le ultime 96 convenzioni del piano periferie firmate dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e dai sindaci dei Comuni capoluoghi tra novembre e dicembre (Viterbo il 23 novembre, Perugia e Terni il 7 dicembre, tutti gli altri 93 il 18 dicembre - si veda LA GRADUATORIA COMPLETA, tenendo conto che le primi 24 convenzioni sono state firmate il 6 marzo 2017, registrate il 4 maggio).
La registrazione è avvenuta in momenti diversi, tra fine marzo e inizio di aprile, ma la presidenza del Consiglio (amministrazione responsabile del Piano periferie) ha comunicato ai Comuni che i termini indicati nelle convenzioni («dalla registrazione della Corte dei Conti...») decorrono per tutti dal 9 aprile 2018.
Di conseguenza, le delibere comunali di approvazione dei progetti definitivi (dei lavori) devono essere trasmesse a Palazzo Chigi entro l'8 giugno prossimo (se i progetti partivano dal "preliminare"), oppure le delibere di approvazione degli esecutivi, se si partiva dai progetti definitivi.
Rispetto al termine di legge di 60 giorni c'è stato un ritardo di oltre un mese, in parte comprensibile per l'ingolfamento creato dalle 96 convenzioni (che però sono tutte quasi uguali, costruite su uno schema tipo elaborato dalla presidenza del Consiglio).
Passo avanti importante, dunque, per il "Programma straordinario per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie", lanciato dal governo Renzi con il bando del 25 maggio 2016 (sulla base della norma e dei primi finanziamenti (500 milioni) messi dalla legge di Bilancio 2016, articolo 1 commi 974 e seguenti) e portato avanti dal governo Gentiloni con le firme delle 120 convenzioni tra marzo e dicembre del 2017, e lo stanziamento dei 1.571 milioni aggiuntivi necessari per completare il finanziamento di tutti i 120 programmi presentatati dalle Città metropolitane e dai Comuni capoluoghi di provincia.
I finanziamenti statali complessivi ammontano dunque a 2.061,321 milioni di euro, di cui i primi 500 dalla legge di bilancio 2016, poi 800 milioni dal fondo Investimenti 2016 (Dpcm in Gazzetta a giugno 2017), 761 dal fondo Fsc (delibera Cipe in Gazzetta l'11 novembre scorso). A questi fondi statali i Comuni (capoluoghi di provincia e Città metropolitane) hanno aggiunto 1.819,627 milioni di co-finanziamento, in parte fondi pubblici (soprattutto al Sud: fondi Fsc, Fesr, Patti per il Sud) e in parte privati.
Gli investimenti complessivi previsti dai 120 programmi sono dunque pari a 3.880,948 milioni di euro (3,88 miliardi).

LA TABELLA COMPLETA SUGLI INVESTIMENTI DEI 120 PROGETTI

Le città metropolitane potevano ottenere fino a un massimo di 40 milioni di euro, i Comuni singoli 18 milioni.
L'edilizia predomina nettamente in termini quantitativi nei 120 progetti per le periferie degradate della grandi città (Piano periferie 2016), con un investimento calcolabile in 3,2 miliardi sui 3,8 complessivi (l'85%): piazze e altri spazi pubblici, verde urbano, mobilità, scuole, impianti sportivi, edifici pubblici. Ma la vera innovazione, l'elemento che permetterà ai progetti di lasciare segni permanenti sulle aree fragili interessate, è il mix tra edilizia e progetti immateriali, soprattutto lo sviluppo di servizi stabili di inclusione sociale o "welfare di prossimità" in grado di animare gli spazi fisici riqualificati e gettare i semi di un percorso di riscatto delle periferie e dei suoi abitanti. Tra gli interventi immateriali anche lo sviluppo economico (incentivi alle imprese, formazione, etc.).

Le prime 24 convenzioni
I primi 24 Comuni e Cittàè metropolitane in graduatoria hanno firmato le convenzioni con Gentiloni il 6 marzo 2017, registrate il 4 maggio successivo. La scadenza per presentare a Palazzo Chigi le delibere di approvazione dei progetti era sempre di 60 giorni, ma molti enti hanno chiesto e ottenuto dalla Presidenza del Consiglio proroghe dei termini, di quelli per il definitivo e/o di quelli per l'esecutivo. In termini generali, la maggior parte dei 24 programmi della prima tranche sono nella fase delle gare d'appalto di lavori, anche se un monitoraggio aggiornato al momento non esiste, perché si attende a giorni il report semestrale.

La seconda tranche da 96 piani, le convenzioni
Si sblocca ora, dunque, la seconda tranche da 96 programmi. Firmate le convenzioni tra novembre e dicembre 2017, registrate dalla Corte dei Conti a inizio aprile, fissata al 9 aprile la data convenzionale per far decorrere i termini. Entro il 9 maggio dovranno comunicare alle presidenza del Consiglio il Cup dei singoli progetti, e poi - entro l'8 giugno - trasmettere le delibere di approvazione dei progetti definitivi (o esecutivi, se il livello raggiunto era già di "definitivo") di ogni singolo intervento.
Nel caso in cui il Comune abbia trasmesso le delibere di approvazione dei progetti definitivi, nei successivi 60 giorni (7 agosto 2018) vanno trasmesse le delibere di approvazione dei progetti esecutivi (nella maggior parte dei casi i Comuni si trovano in questa situazione).
Se tutto andrà come previsto, dunque, i bandi di gara di lavori dovrebbero essere pubblicati tra la fine del 2018 e l'inizio del 2019 (considerando le proroghe).
Circa l'erogazione dei finanziamenti statali, le convenzioni prevedono l'anticipo immediato del 20% della somma, «all'esito della verifica da parte del Gruppo di monitoraggio dell'effettiva approvazione, da parte degli Enti beneficiari, dei progetti definitivi o esecutivi degli interventi»; i pagamenti intermedi (l'80% residuo) viene erogato in misura pari al 95% di ogni Sal, «disposti annualmente previa verifica da parte del Gruppo di monitoraggio dello stato di avanzamento dei singoli interventi, dell'implementazione dei dati nel sistema informativo predisposto dalla Presidenza del Consiglio dei ministri e dell'attestazione trasmessa dal responsabile unico del procedimento, entro il 30 giugno di ogni anno, tramite relazione tecnica di monitoraggio, comprovante lo stato di avanzamento dei lavori e servizi». La restante quota di finanziamento, pari al 5%, «è erogata in seguito alla implementazione dei dati nel sistema informativo, secondo le modalità previste al successivo articolo 8 ed alla verifica della conclusione, nel rispetto del Cronoprogramma, di tutti gli interventi realizzati e delle spese effettivamente sostenute, della certificazione della corretta esecuzione delle opere e dei servizi, nonché della effettiva approvazione degli atti di collaudo delle opere realizzate e della certificazione della corretta esecuzione dei servizi, previa trasmissione da parte del responsabile unico del procedimento della relazione tecnica conclusiva sulle opere e i servizi realizzati, .... ».
Come si accennava, «Il responsabile unico del procedimento, sulla base indicazione fornite dal responsabile del monitoraggio, è tenuto a comunicare al Gruppo di monitoraggio, con cadenza semestrale, lo stato di avanzamento degli interventi, trasmettendo i dati necessari a garantire l'attività di monitoraggio ...».
In caso di grave inadempimento o grave ritardo nella realizzazione del (singolo) progetto (inteso come l'insieme degli interventi previsti dal programma) la Presidenza del Consiglio può disporre la revoca del finanziamento, ma a seguito di una procedura con contraddittorio che cerca prima di recuperare il ritardo o risolvere l'inadempimento.

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