Salini Impregilo in pista per lo stadio della Roma: primi contatti con Pallotta
«Lo stadio Olimpico di Roma è molto bello, ma dalle curve per vedere la porta dal lato opposto ci vuole un buon binocolo» scriveva nel lontano 1987 Giulio Andreotti, allora ministro degli Esteri del Governo Craxi ai tempo del Pentapartito. Tifosissimo della Roma, l’uomo politico più potente del Dopoguerra fu uno dei più strenui sostenitori di un «nuovo stadio» per il club giallorosso. Da almeno 30 anni i romanisti sognano e sperano in uno stadio tutto loro, e soprattutto, a misura di calcio. Il sette volte premier, tra cui il governo del rapimento Moro, ed ex senatore a vita non ha avuto la fortuna di poter vedere realizzato il suo sogno: i suoi tre figli, invece, potranno ammirare la futura casa della «Magica». E forse ringrazieranno
Il condizionale è d’obbligo perché di deciso non c’è nulla e il progetto è ancora in una fase molto embrionale. Ma il gruppo romano di Pietro Salini, ormai diventato un colosso mondiale dopo la scalata a Impregilo e dopo l’acquisizione dell’americana Lane, avrebbe messo nel mirino l’opera, ipoteticamente nella forma del general contractor; ci sarebbero peraltro già stati dei contatti informali con James Pallotta, l’imprenditore italo-americano patron della
Per Salini, comunque, l’importo sarebbe tutt’altro che faraonico: si parla di un’opera da circa 400 milioni di euro, per un gruppo che ha un portafoglio ordini di quasi 30 miliardi e ne fattura 6. Ma avrebbe, ovviamente, un forte valore simbolico e “politico” per l’azienda e il patron. Il nuovo stadio della Roma con ristoranti e negozi, sul modello dell’Allianz Stadium della
Superbonus, si punta sui controlli a cinque vie: Comuni in prima linea
di Giuseppe Latour e Giovanni Parente