Città della Salute, il Tar Lombardia respinge il ricorso di Salini Impregilo contro l'aggiudicazione a Condotte
Articolo aggiornato lunedì 13
Respinto il ricorso di Salini Impregilo contro l'aggiudicazione della maxi-opera della Città della Salute da realizzare a Sesto San Giovanni (aggiudicazione avvenuta nel marzo scorso, da parte di Infrastrutture Lombarde). È questa la conclusione che si legge nel dispositivo della sentenza del Tar Lombardia (Prima Sezione) depositata il 10 novembre (e al quale seguiranno le motivazioni).
Nella stessa giornata del 10 novembre Salini Impregilo - interpellata dall'agenzia Radiocor - ha annunciato che presenterà ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar Lombardia.
Nel dispositivo i giudici hanno respinto il ricorso principale contro l'aggiudicazione nella parte in cui tutti i vari provvedimenti «escludono dalla procedura il raggruppamento temporaneo di imprese con mandataria l'Impresa di Costruzioni Ing. E. Mantovani S.p.A. e, per l'effetto, confermano l'aggiudicazione definitiva della gara e la nomina a promotore a favore del raggruppamento temporaneo di imprese con mandataria la Società Italiana per Condotte d'Acqua S.p.A». I giudici del Tar hanno anche respinto tutti i motivi aggiunti presentati dal ricorrente Salini Impregilo.
Condotte non ha ancora firmato la convenzione con Infrastrutture Lombarde per la realizzazione della maxi-struttura nelle aree ex Falck di Sesto San Giovanni.
La sentenza fa seguito all'ordinanza discussa il 3 maggio dalla prima sezione del Tar Lombardia - e pubblicata il 5 maggio - con la quale i giudici avevano negato la sospensiva sull'aggiudicazione chiesta dal ricorrente, rilevando che «a un primo esame» il ricorso di Salini Impregilo «non appare fornito di sufficiente fumus boni iuris». E questo per tre motivi. Il primo è che «la lettera d'invito, al punto 4, appare attribuire all'amministrazione aggiudicatrice la competenza al controllo del possesso dei requisiti in capo ai concorrenti, come da effettuarsi secondo le indicazioni date dal Consiglio di Stato con la sentenza n. 841/2017».
