Urbanistica

Elevato rischio sismico e idrogeologico, Cresme: 442 comuni in pericolo

di M.Fr.

Sono 442 i comuni italiani ad alto rischio ambientale, abitati da oltre 8 milioni di persone in una superficie di quasi 18mila kmq, pari al 5,9% della superficie nazionale. I comuni in aree a rischio medio-alto sono 1.690, interessano quasi 77mila kmq, pari al 25% del territorio nazionale, e sono abitati da 11,6 milioni di persone. Napoli, Palermo, Catania, Messina, Brescia, Reggio Calabria, Perugia, Foggia, Rimini, Salerno sono tra i comuni con il rischio più elevato.

Sono alcuni elementi contenuti nella ricerca a cura del Cresme per il Consiglio nazionale degli architetti su "Lo stato del territorio italiano, tra rischio sismico, idrogeologico, e consumo di suolo" presentata venerdì scorso a Padova nel corso della Conferenza nazionale degli ordini degli architetti. Per la prima volta la ricerca analizza come la combinazione del rischio idrogeologico (pericolo di frane e di alluvioni) con quello legato alla sismicità ricada sui territori italiani. E come i comuni a rischio alto e medio alto siano caratterizzati dalla compresenza dei tre elementi di rischio naturale.

Per Giuseppe Cappochin, presidente degli architetti italiani, «in occasione di tragedie o di calamità i problemi che devono essere affrontati non sono quasi mai - fortunatamente - connessi alla gestione dell'emergenza, grazie all'impegno e alla competenza del Dipartimento della Protezione Civile. Purtroppo è invece assolutamente evidente come nel Paese manchi la cultura della prevenzione e della manutenzione. Sono assolutamente necessari maggiori investimenti in termini di prevenzione attraverso i quali inaugurare un nuovo approccio verso i territori mettendo al primo posto la sicurezza della collettività. Se non si mette in sicurezza il suolo - e quanto è avvenuto negli ultimi mesi lo dimostra - non si può garantire la sicurezza dei cittadini».

La sintesi del rapporto 2017 sullo stato di rischio del territorio italiano

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