Urbanistica

Accordo Governo-industriali per le infrastrutture nel quadrante Nordovest di Roma

di Giuseppe Latour

Definire una strategia di sviluppo infrastrutturale mettendo insieme attori del settore pubblico e di quello privato: imprese, enti locali, società di gestione e, ovviamente, Governo. È l’innovativo modello seguito dal piano integrato di sviluppo sostenibile del quadrante Nord Ovest dell’area romana, nato su impulso della sezione Infrastrutture di Unindustria e presentato ieri dal ministero delle Infrastrutture, che lo ha appena cristallizzato tramite un decreto. Con l’intenzione di utilizzare questa modalità di lavoro per altri territori . Intanto, per Roma arriva una lista di venti azioni considerate strategiche.

La scelta dell’area a ovest della capitale come caso pilota non è casuale. «Si tratta - spiega il viceministro delle Infrastrutture, Riccardo Nencini - di uno dei territori con più infrastrutture in Italia, dove sorgono poli come l’aeroporto di Fiumicino e il porto di Civitavecchia». Proprio per queste due grandi infrastrutture è previsto nei prossimi anni un forte sviluppo, che andrà governato attraverso soluzioni che possano avviare una crescita armonica di tutta la zona. Da questa sovrapposizione tra esigenze di ordine nazionale e risvolti di carattere locale nasce il piano.

La sua elaborazione è partita nel 2014 per assicurare una cornice strategica: era necessario capire quali sono le infrastrutture prioritarie nell’area in uno scenario di medio e lungo termine. Andando poi a intervenire con gli strumenti di finanziamento ordinari. Nel tavolo tecnico, coordinato da Unindustria, sono stati coinvolti Aeroporti di Roma, Anas, Autostrade per l’Italia, Rfi, Autorità di sistema portuale del mar Tirreno centro settentrionale, Regione Lazio, Enac, Roma Servizi per la mobilità, con l’istituto Iride a svolgere attività di assistenza tecnica. La scorsa estate la documentazione è stata sottoposta alla Struttura tecnica di missione del ministero e, poi, riversata in un decreto. «È il primo provvedimento ad avere queste caratteristiche ma siamo intenzionati a replicare il modello», dice ancora Nencini. «È un piano che considero strategico e visionario, perché è difficile coagulare l’interesse di molti soggetti diversi all’interno di un solo documento. Adesso servirà la volontà di portarlo avanti», spiega Gennarino Tozzi, presidente della sezione Infrastrutture di Unindustria. Perché Unindustria, nella visione del presidente Filippo Tortoriello, ha come parametro una progettualità strategica da mettere a disposizione della politica.

Concretamente, il piano si compone di una prima parte ricognitiva, che considera la situazione esistente, e di una seconda parte che analizza i diversi interventi. Individuando quelli già pianificati e autorizzati, come la chiusura dell’anello ferroviario a Roma, quelli “di scenario”, la cui realizzazione dipenderà da scelte dei prossimi anni, come la trasformazione della Roma-Lido in metropolitana, e quelli non ancora autorizzati ma considerati strategici. L’elenco comprende venti investimenti, sia su rete viaria che su rete ferroviaria, che potrebbero cambiare in meglio il volto del quadrante.

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