Urbanistica

Il bilancio delle infrastrutture per l'Expo: Milano «ottiene» un'opera su due

di Sara Monaci

C’era una volta il dossier delle infrastrutture di Expo: opere ritenute nel 2015 «essenziali» per arrivare al sito espositivo, o strettamente «connesse» con la viabilità cittadina e regionale, e che anche dopo l’evento avrebbero dovuto dare valore aggiunto al territorio. Queste infrastrutture furono inserite nella lista istituzionale per candidare Milano, ma a due anni dall’Esposizione molte cose mancano all’appello: alcune sono state cancellate, mentre altre sono ancora in fase di costruzione. Una parte è stata invece completata, a vantaggio soprattutto della città.

Milano ha beneficiato di più della novità Expo. La metro 5 è arrivata in tempo per l’evento (costo 2 miliardi, in parziale project financing), collegando la parte Nord della città, da San Siro fino all’università Bicocca passando per il nuovo quartiere di CityLife.

In programma c’è anche la metro 4, che collegherà la parte a Sud, da Linate al quartiere Lorenteggio. Inserita in un primo momento nel dossier di candidatura, dopo un paio di anni si è capito che avrebbe mancato l’appuntamento dell’evento universale. Il bicchiere però è mezzo pieno, visto che aver sottoscritto il closing finanziario prima dell’Expo ha permesso al Comune di Milano di intascare comunque i fondi pubblici (circa 500 milioni tra la prima e la seconda tranche) per proseguire i lavori negli anni successivi. La costruzione sarà onerosa per Palazzo Marino: si calcola che alla fine con gli oneri finanziari, le garanzie ai privati e la gestione iniziale del servizio il costo si aggirerà intorno ai 4 miliardi. Il sindaco Giuliano Pisapia prima e Giuseppe Sala dopo hanno comunque deciso di far proseguire i cantieri, che dovrebbero essere completati nel 2022.

Va detto che pur rallentando i lavori della metro 4, a Milano è proseguita la progettualità sulle metro, in collaborazione con il governo, che ha inserito alcune priorità nel Patto per Milano (documento firmato con Matteo Renzi premier). Sono ripartiti i lavori (dopo il fallimento della società vincitrice dell’appalto) per la prosecuzione della linea 1 fino alla fermata di Bettola-Monza, che dovrebbe concludersi tra 2 anni, per circa 23 milioni garantiti dal Cipe a fine 2016. È stato anche redatto lo studio di fattibilità per il prolungamento della neonata metro 5 fino a Monza, che costerebbe 16 milioni.

Non tutto è filato liscio. Proprio per velocizzare, a ridosso dell’Expo, alcune infrastrutture - come appunto le metro – il governo decise di sacrificarne altre ritenute meno essenziali. L’allora ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi realizzò una nuova lista di emergenza, da cui scomparve la tramvia Milano-Seregno. Si disse che doveva solo essere posticipata: l’attesa è durata più del previsto. Per la riqualifica della linea, 14,2 chilometri per 230 milioni, i lavori sono partiti nel marzo 2016 e la data di completamento è ancora incerta (forse nel 2018).

Non è andata bene all’opera «essenziale» delle vie d’acqua Sud, collegata proprio al sito espositivo. Bloccata dall’opposizione dei comitati ambientalisti, con un appalto finito sotto inchiesta della magistratura, l’opera è stata messa nel dimenticatoio. Il progetto dovrà essere rifatto da capo, per consentire al corso d’acqua che circonda il sito di Expo - proveniente dal canale Villoresi a Nord di Milano - di defluire in modo produttivo a Sud della città. Il costo era di 40 milioni, non utilizzati e confluiti nel bilancio del sito dell’Expo. Le nuove risorse dovranno essere reperite.

Per quanto riguarda la strada della Zara-Expo, il risultato è anche in questo caso solo a metà: solo un piccolo tratto (il lotto B1) è stato realizzato, necessario per il raggiungimento del sito, ma tutto il progetto di collegamento della parte Nord di Milano, che puntava ad alleggerire il traffico cittadino, è stato praticamente dimenticato. E non c’è traccia per il futuro.

Infine, la viabilità lombarda: pronta per tempo la Tangenziale ad Est di Milano, in project financing. Finita anche la Brebemi, pur con una forte limitazione: l’assenza di un raccordo con il resto del sistema autostradale. Ora si sta lavorando a un collegamento da 7 km con la A4. Ancora in alto mare la Pedemontana: ha beneficiato di 1,2 miliardi di contributi pubblici, più 650 milioni circa tra equity e prestiti ponte. La Regione potrebbe fornire una garanzia da 450 milioni, ma al momento manca un piano industriale e finanziario. Il costo stimato è di 5 miliardi, oneri finanziari inclusi. La Rho-Monza è stata fatta solo per 2 chilometri su 9, ma va avanti. Pronta, infine, la strada Molino-Dorino, che nel 2015 serviva per il traffico proveniente da  Nord, ma che tuttavia, senza il progetto completo della Zara-Expo, risulta poco utile.

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